Desiderare così tanto di amare ed essere amate al punto da vedere l’amore ovunque, anche dove non c’è. In questo articolo ti aiuterò a capire da cosa nasce questa urgenza affettiva, detta “fame d’amore”, e come tenerla a bada.
Le relazioni possono essere desiderate, cercate, necessarie, indispensabili e questo dice molto del tuo mondo affettivo, proprio perché tanto di quello che accade nel mondo relazionale riguarda anche la tua parte più fragile e bisognosa.
Le relazioni possono essere anche un rifugio fino a quando non perdi te stesso e i tuoi bisogni per stare dentro la relazione, per evitare di perdere l’altro.
Avere “fame d’amore” ha molto a che vedere con la ricerca di un rifugio, di un posto sicuro nella relazioni, senza anche la necessità che sia una persona in particolare ma con il desiderio che sia costante.
Colmare un vuoto affettivo può diventare la missione per alcune persone che sentono un costante ed invasivo senso di vuoto: morsa allo stomaco, senso di fame insaziabile, pugno allo stomaco e senso di nausea possono essere alcune manifestazioni e sensazioni di questo vuoto.
In questo articolo ti accompagnerò a comprendere alcune modalità che spesso si utilizzano al fine di “tappare, non sentire e non alimentare” il vuoto affettivo, senza però trovare una reale soddisfazione.
Che cos’ è la fame d’amore?
La fame d’amore è una sensazione presente soprattutto nella dipendenza affettiva paragonabile alla necessità e all’urgenza di vivere d’amore: la ricerca di tale relazione potrebbe assumere manifestazioni compulsivi e istintive, la persona che sente la fame d’amore vive un bisogno insaziabile e costante di riempire. Molte donne la raccontano come un senso di vuoto, angosciante e doloroso.
L’effetto collaterale di questa sensazione è riscontrabile nella ricerca continua di vivere amore, che porta la persona ad evitare con tutti i mezzi la solitudine e a non immaginarsi sola nella vita.
La paura di vivere la solitudine, rincorre queste persone per lo più donne che fanno dell’amore la loro missione: una missione che è molto più egoistica di quello che si pensa.
Infatti “amare” significa scegliere l’altro, accettarlo per quello che è facendo anche conti e compromessi con i propri desideri e i propri bisogni affettivi. La scelta implica anche la possibilità di non stare nella relazione e dunque di poter vivere una relazione efficace, ovvero che contempli anche la possibilità di stare soli.
La dipendente affettiva non sceglie l’altro per quello che è ma per come la fa sentire, completa e fusionale nel legame, non sceglie di affrontare il proprio mondo affettivo, le proprie mancanze ma sceglie come antidoto al suo male d’amore la relazione.
Qual è il momento più difficile per chi vive la fame d’amore?
Nella relazione uno dei momenti più critici per chi vive la dipendenza affettiva è il momento della non reciprocità, ovvero il momento nel quale l’ appagamento affettivo viene meno. E’ il momento della delusione, del sentire che il legame non è “così forte come si desiderava” e soprattutto il momento nel quale iniziano le paure e le angosce. La paura più frequente è quella dell’abbandono che riguarda anche spesso il passato di chi vive la dipendenza affettiva.
Proprio la paura rende ancor più legata la persona alla relazione iniziando un circolo vizioso distruttivo, ovvero “più l’altro non ricambia più la fame d’amore cresce, più si resta nel legame per paura di stare soli più la fame non si sazia”.
Si può gestire la fame d’amore?
Certo che si, ma è importante conoscere bene cosa vuol dire sentire fame d’amore, accettare che può diventare disfunzionale e accorgersi delle dinamiche che prendono vita. E’ indispensabile quindi una certa quantità di consapevolezza, sia per chiedere aiuto e riconoscere di avere un problema, sia per allenarsi al cambiamento e alla gestione del mondo affettivo.
La risposta alla fame tipicamente viene ricercata fuori da sè, nelle relazioni mentre l’ingrediente fondamentale è cercarlo dentro di sè.
Nello specifico:
- entrare in contatto con il proprio “senso di vuoto”ascoltarlo e non soffocarlo con le relazioni;
- Ascoltare come si sta, circondarsi di altre forme d’affetto;
- Affrontare la solitudine;
- Cambiare le abitudini;
- Iniziare cose nuove che siano piacevoli;
Sarà attraverso questi piccoli passi, quotidiani, che si arriva a capire che è meglio non avere un partner, piuttosto che averlo perché non si può stare senza. Ecco allora che la paura della solitudine, insieme alla fame d’amore, si affievolirà.
La psicoterapia può facilitare questo processo di cambiamento e di gestione amorosa, soprattutto per tutti gli aspetti emotivi e psicologici coinvolti nel mondo delle relazioni. Grazie ad un percorso psicologico potrai trovare sia strategie di gestione emotiva ed affettiva ma anche un nuova chiave di lettura della tua storia affettiva.