
Fantasticare o vivere le relazioni: la scelta è tua.
Quante volte ci siamo domandati se una relazione nascerà o no? Andiamo alla scoperta delle domande giuste da porsi e come affrontare nuove relazioni

5 modi per gestire l’ansia da relazione
Vivere relazioni affettive è un tassello importante della vita, non tutti però si approcciano alle relazioni con serenità e leggerezza. Ecco 5 consigli per gestire l’ansia da relazione

5 segnali essenziali per investire in una relazione di coppia
Vivere relazioni efficaci di coppia ha degli effetti decisamente importanti per la vita di ogni persona: migliora la qualità della vita e rende più efficace anche la gestione del tempo libero e quotidiano.
Troppo spesso ascolto storie di persone che non vivono relazioni sane, con una dubbia idea di sé e con l’autostima che viene costantemente minata. Sicuramente ci sono anche storie, per fortuna, di relazioni sane e che aiutano a rendere la vita decisamente migliore.
Come mai le relazioni sono così importanti?
- Non siamo delle isole, per quanto a volte alcune persone lo possano desiderare, il più delle volte l’isolamento è una risposta alla delusione o alla paura della sofferenza relazionale. L’essere umano è un animale sociale e per questa ragione ha bisogno di comunicare con i propri simili. È nella nostra indole il ricercare il contatto sociale, il vivere con i nostri simili e il condividere con loro le nostre azioni ed emozioni.
- Il senso del sé dipende anche dalle relazioni. Infatti, quando siamo piccoli le relazioni con i nostri genitori sono le prime esperienze sociali e affettive che, se funzionano sufficientemente bene, ci assicureranno una solidità relazionale nella vita affettiva.
- L’identità ha bisogno di relazioni. Amicizie, sia infantili che adulte, ci aiutano a costruire la nostra identità attraverso la somiglianza e la differenza: ecco perché anche le relazioni tra pari sono fondamentali.
Come iniziano le relazioni per noi importanti?
-VICINANZA: ci piacciono le persone più vicine a noi. La vicinanza accende la simpatia e l’attesa di incontrare qualcuno la aumenta, perché le nostre vite sono piene di persone con cui abbiamo bisogno di un’interazione continua.
-SOMIGLIANZA: ci piacciono coloro che sono simili a noi. Essa determina la piacevolezza delle persone e qualcuno agisce come noi, ci piace.
–RECIPROCITA’: ci piacciono coloro a cui piacciamo. La simpatia di solito deve essere reciproca. L’impegno della relazione deve essere preso da entrambe le parti, funziona solo se le persone si riconoscono. Quest’ultima regola, in particolare, non vale solo per le relazioni affettiva ma anche per quelle amorose. Per poter costruire una relazioni amorosa è importante che vi sia l’impegno nel costruire qualcosa di futuro. Troppo spesso , oggi, ci si trova a vivere relazioni disimpegnate ovvero relazioni dove il tipico progetto “NOI” fatica ad avviarsi.
Quali sono i segnali che ti indicano se è sano o meno investire in una specifica relazione?
- Reciprocità: una relazione per essere sana , anche all’inizio, necessità di tale caratteristica. La reciprocità ti aiuterà a sentirti in sintonia con l’altro, a sentirti in connessione e intimità. Senza questo aspetto sarai probabilmente tu a trascinare la relazione ed a investirci. Non potresti però trovare di peggio: un conto è buttarsi in una relazione e poi magari scoprire che non ha funzionato. Altro contro è il trovarsi da soli in una presunta relazione di coppia.
- Rispetto: senza di esso non può esserci una relazione. Prima, però, di poter pretendere del rispetto è necessario che tu stessa impari a rispettarti e l’esempio migliore del rispetto per te stessa è la scelta delle persone di cui ti circondi.
- Comunicazione: senza comunicazione non c’è alcun tipo di relazione. Si dice che è impossibile non comunicare: se non comunichiamo a parole comunica infatti per noi il nostro corpo. Un rapporto per essere produttivo e fruttuoso necessita di condivisione e comunicazione: è facile sorvolare su questi aspetti nelle prime fasi di un rapporto ma facendolo si può minare il successo stesso della relazione sul lungo periodo.
- Intimità: ci possono essere diverse forme di intimità, tante quante sono le aree importanti di vita affettiva (sessuale , intellettiva, fisica ecc…). Essere intimi significa, in linea generale, essere intimi a tal punto da poter condividere diversi aspetti della propria quotidianità. L’intimità viene spesso scambiata per sessualità ma sono due cose ben diverse e sono entrambe necessarie per un rapporto sano e soddisfacente.
- Impegno: senza di esso di che relazione potremmo mai parlare?! Non volersi impegnare in una relazione o nelle relazioni vuol dire farsi esclusivamente trascinare dagli eventi finché tutto va bene. Ma non sempre possiamo semplicemente osservare solo le cose che succedono da sole. Perchè una coppia funzioni viene richiesto implicitamente una certa dose di sano impegno, quell’impegno che ti sprona per te e per l’altro, che ti spinge a ricercare soluzioni anziché a lasciare la relazione al primo momento di crisi.
Occorre precisare che non esiste una “ricetta unica” per un sano rapporto di coppia, dal momento che ogni rapporto assume caratteristiche ben precise in base alla personalità dei due partner, tuttavia è possibile individuare tre elementi fondamentali per il benessere di una coppia:
Attrazione: è praticamente la base della vita in coppia, in quanto aiuta ad accrescere l’intesa e la complicità tra i partner.
Empatia: che consente di vedere ogni cosa dalla propria ottica e dall’ottica dell’altro, e permette quindi di agire sapendo sempre cosa all’altro è gradito e cosa invece è sgradito.
Impegno: l’ultimo di questa lista ma il più importante ed indispensabile, anche per aiutarti a capire se è giusto continuare ad investire o meno nella relazione.
Solo tu puoi sapere come ti fa SENTIRE un rapporto e solo tu puoi scegliere se investirci o meno. In questo articolo ho però cercato di aiutarti ad individuare alcuni aspetti indispensabili che non possono non esserci e che, se presenti nella relazione, ti aiuteranno a vivere con maggiore serenità il tuo legame.
Se desideri maggiori informazioni o se vuoi fissare un appuntamento per migliorare alcuni aspetti di te o della tua coppia coppia, compila il form qui sotto:

Dipendenza o amore? Scopri i tipi di dipendenza affettiva
La dipendenza affettiva è una forma di dipendenza che ha come oggetto la relazione affettiva che assume il ruolo della più classica “sostanza”. Spesso si fa uso delle sostanze stupefacenti fine di “sentirsi in un certo modo” o per “automedicarsi”. La stessa cosa vale per la Dipendenza Affettiva, per il bisogno di avere l’altro non tanto per l’amore quanto per il bisogno di avere con sé un altra persona. Il Dipendente Affettivo non si riesce a vedere da solo e indipendente dall’altro e ovviamente questa idea si è costruita nel corso del tempo.
Dipendenza o amore?
C’è un limite sottile tra amare una persona ed avere una dipendenza affettiva. Se si ama è naturale, soprattutto durante la prima fase, vivere in simbiosi e condizionarsi reciprocamente.
I rapporti di intimità sono molto influenzati dagli schemi di attaccamento dell’infanzia, in un certo modo riusciamo ad amare ed a farci amare come siamo stati amati dai nostri genitori.
In una relazione sana quindi i due partner riusciranno ad amarsi reciprocamente, a prendersi cura l’uno dell’altro.
Durante una relazione, una coppia passa attraverso diverse fasi:
- luna di miele,
- innamoramento,
- disillusione e passaggio verso una dimensione più matura
Se i partner sono flessibili saranno in grado di attraversare tutti questi momenti insieme, di crescere, rafforzarsi e superare le varie difficoltà.
Il dipendente affettivo si blocca in un’idealizzazione dell’altro che porterà molta sofferenza in lui e nella coppia, vivendo l’angoscia che qualcosa possa cambiare da un momento all’altro e quindi di venire abbandonato.
Ecco perchè conoscere la dipendenza affettiva è fondamentale per sapere come superarla.
Quali sono i vari tipi di dipendenza affettiva?
In America esiste l’associazione dei dipendenti affettivi detta “Love Addicted Anonymous” che ha delineato alcuni profili tipici dei dipendenti affettivi:
Dipendente affettivo ossessivo
Non riesce a distaccarsi dalla propria relazione, anche se il partner non è emotivamente o sessualmente disponibile o se ha delle caratteristiche che non portano la persona a sentirsi apprezzato. Questa tipologia di dipendente ha come modalità di dipendenza il pensiero ossessivo; ovvero si dedica molto tempo alla persona dalla quale si dipende anche se la relazione è esclusivamente “ mentale” o “ipotetica”.
Dipendente dalla relazione
Al contrario delle altre tipologie, non è più innamorato del partner, ma non riesce comunque a lasciarlo. Di solito, sono persone estremamente infelici e spaventati dal cambiamento e dalla possibilità di rimanere da soli. Ecco che l’idea di avere una relazione seppur “insoddisfacente” è per queste persone di gran lunga meglio della solitudine.
Dipendente affettivo codipendente
Nella maggior parte dei casi, soffre di mancanza di autostima e cerca, con ogni mezzo, di trattenere con sé la persona da cui dipende, ad esempio prendendosene cura, controllandola con strategie passivo – aggressive, o accettandone gli abusi. In genere, il dipendente affettivo codipendente farebbe qualsiasi cosa per “prendersi cura” del proprio partner, nella speranza che, un giorno, venga ricambiato. In linea generale il co-dipendente ha un bisogno estremo di cura e accudimento ma è come se avesse imparato a darlo senza alcune reciprocità.
Dipendente affettivo narcisista
Questa tipologia di dipendente usa la seduzione e la dominazione per controllare il proprio partner. Al contrario del codipendente, che accetta la sofferenza, il narcisista non lascia che qualcosa interferisca col proprio benessere e non appare in alcun modo preoccupato della relazione. Quando, però, si trova di fronte alla minaccia di un abbandono, cerca con ogni mezzo di mantenere la relazione, fino ad arrivare alla violenza. Qui spesso quando ci si trova nella relazione a codipendere da un narcisita è frequente il senso di “essere sbagliati” e non all’altezza dell’atro. Il narcisita cercherà con tutte le sue forze di mirare l’autostima dell’altro/a al fine di renderlo/a succube.
Dipendente affettivo ambivalente
Questa categoria, generalmente, soffre di un disturbo di personalità evitante, che causa una ricerca estenuante dell’amore, ma allo stesso tempo il terrore dell’intimità. Questa combinazione può portare, in alcuni casi, a ricercare l’amore di persone non disponibili mentre, in altri, a interrompere le relazioni non appena queste iniziano a diventare più intime e serie.
Seduttore rifiutante
Questo dipendente affettivo ricerca un partner per ottenere affetto, compagnia o sesso per poi, quando si sente insicuro, rifiutarlo, in un ciclo continuo di disponibilità e indisponibilità. Questo ciclo continuo indispone l’altro facendolo oscillare tra il senso di “essere importante” e la sensazione di “non valere nulla”.
Dipendente romantico
La dipendenza, in questo caso, riguarda partner multipli. Al contrario, però, dei dipendenti sessuali, che cercano di evitare i legami, i dipendenti romantici instaurano legami con tutti i loro partner, in gradi diversi, anche se le relazioni sono di breve durata o si sviluppano contemporaneamente.
Come puoi vedere le modalità di dipendenza sono molteplici e spesso anche con differenze molto sottili. Per ciò che compete la mia modalità di lavoro clinico, non è importante la categoria quanto l’essere dipendenti. Ecco che queste sono linee guida anche per chi, alle prime armi, cerca di farsi un’idea dei diversi tipi di legami dipendenti. Ovviamente anche le diverse modalità hanno a che vedere con la storia d’origine e familiare.
Nella maggior parte dei casi c’è uno squilibrio relazionale, dove il dipendente è completamente dedito all’altro, si aggrappa all’altro perché pensa che solo in questa maniera riuscirà a riempire un vuoto profondo.
Contattami o prendi appuntamento per liberarti dalla dipendenza affettiva: compila il form qui sotto

Quando l’altro non possiamo cambiarlo, però possiamo accettarlo.
Quante volte ti è capitato di non tollerare più la persona che un tempo ti faceva battere il cuore? Di non accettare alcuni comportamenti e abitudini dell’altro? E di desiderare di cambiarlo/a?
Sicuramente almeno una volta nella vita ti è capitato e probabilmente ha dato origine a sensazioni ed emozioni vicine alla rabbia e alla frustrazione. Ecco che stai leggendo l’articolo che fa per te.
Cosa c’e’ all’origine di tali sensazioni?
Per prima cosa abbiamo tutti il desiderio di stare in una relazione soddisfacente e che porti benessere. Ci viene più spontaneo pensare a ciò che ci aspettiamo piuttosto che a quello che dovremmo fare in prima persona per tale benessere.
Nello specifico scegliere un partner vuol dire vedere molti vantaggi nello stare insieme a quella persona, esserne innamorati e immaginare che continuerà nel tempo. Ecco che nell’innamoramento sei attirato/a dall’altro per alcune caratteristiche che ti aiutano a sentirti bene, a svolgere un ruolo, a soddisfare un tuo bisogno come il prenderti cura, l’affidarti, dare o ricevere protezione e tanto altro.
Con il passare del tempo ciò che accade a tutte le coppie e in tutte le relazioni è la “disillusione” di ciò che ti aspettavi verso ciò che in realtà è l’altro. Accettarlo diventa un processo indispensabile per la prosecuzione del rapporto di coppia.
Cosa ti serve per accettare l’altro?
Rapportarsi agli altri significa lasciarsi sorprendere, vivere in modo nuovo i sentimenti, le abitudini e le emozioni, che però non sempre siamo pronti ad affrontare per la paura del passato o del cambiamento.
Un vero incontro amoroso è rivoluzionario, è una forza che trasforma, e amore non è fondersi con l’altro e nemmeno assorbirlo, ma produrre qualcosa di nuovo, lasciandosi sorprendere.
Il modo migliore è confrontarsi e chiedersi dove si è sbagliato, che cosa non abbiamo capito e cosa possiamo fare per entrare in sintonia. Insomma una sana autocritica che porta alla crescita del rapporto.
Accettare l’altro vuol dire:
- imparare che non tutto va come desideri
- mediare i tuoi bisogni
- comunicare
- ascoltare
- costruire insieme
- gestire la frustrazione
Inoltre ricorda che la coppia è un progetto fatto da un “Noi” non da un “Io” e accettare l’altro è indispensabile per costruire insieme e non divisi. La capacità di costruire progetti insieme dipende molto dalla tua famiglia d’origine e da come hai vissuto le relazioni affettive.
Se senti che come coppia o nelle tue relazioni hai delle difficoltà ad accettare e vivi come attacco personale e intimo ciò che nelle relazioni non funziona, non esitare a contattarmi, via mail Psylisasartori@gmail.com o via telefono 3497867274

Ti racconto la storia di Anna e della sua dipendenza affettiva.
“E’ meglio una delusione vera di una gioia finta”
(Neffa)
Quando incontro Anna (nome inventato) lei si trova in una situazione all’apparenza semplice ma non per lei che la vive da diverso tempo: è stata lasciata da una persona che per lei era tutto e che rappresentava la sua unica ragione di vita.
Fino a qui dirai che cosa c’è di strano? Non molto perchè ci aspettiamo che l’amore sia questo, che se non c’è la persona che ritieni di amare la tua vita non continui. Diciamo che soffrire per amore è scontato perchè ti metti in gioco quando ami e provi dei sentimenti, assumendoti un rischio “sano” per la tua vita.
La dipendenza affettiva però è qualcosa di più subdolo, che si insinua nella vita e che sembra incatenarti.
Ecco perchè desidero raccontarti la storia di Anna.
Anna è in una relazione affettiva da circa 5 anni caratterizzata da tira e molla senza una reale prospettiva di continuità ma non riesce a fare a meno della presenza di quest persona seppur nella sua vita diventa nociva. Gli effetti di questa “relazione” sono invalidanti nella sua vita, ovvero non riesce a fare le cose che vorrebbe perchè desidera esserci se lui arriva, ha trascurato amicizie e rotto con alcune persone che dimostravano dei dubbi sulla relazione. Ciò che ha spinto Anna a contattarmi è l’ennesimo attacco di panico che si trova a dover vivere con la paura di non uscirne più e avvenuto all’ennesima minaccia di abbandono da parte di Fabio.
Ecco che ci troviamo in terapia, con iniziale desiderio di Anna di trovare delle risposte immediate ai suoi dubbi e rassicurazione in me per la sofferenza che stava attraversando. A poco a poco, con la costruzione della relazione terapeutica e con la comprensione reale di che cosa aspettarsi dal terapeuta, Anna si conosce e prova a sperimentare una dimensione sana di relazione nella quale poter pensarsi come non malata o problematica ma semplicemente come una persona che desidera superare la sua dipendenza.
Dire NO è stato il prima passo, ovviamente con tutto il tempo necessario e soggettivo, Anna sperimenta la solitudine e la necessità di prendersi cura di sè. Ritrova nelle amicizie un tempo allontanate un vero e proprio aiuto e sostiene delle attività che l’aiutano a non cedere al bisogno di sentire Fabio. Più passa il tempo senza di lui e più sente di potercela fare perchè la relazione era tossica e diventava un circolo vizioso.
Anna inoltre ha dato un senso a questa difficoltà collegandola ad alcune esperienze familiari che le hanno consentito di sentirsi meno sbagliata.
Quali sono stati i passaggi fondamentali per Anna?

- Dire NO… nelle dipendenze affettive così come nelle dipendenze in generale finchè non si dice NO tutto può succedere
- Accettarsi senza dover essere diversa
- Bastarsi anche nelle piccole cose
- Ripercorrere la sua storia familiare andando alla ricerca dei suoi ruoli e scoprendo che quello che stava vivendo nella relazione con Fabio non era poi così diverso da quello che aveva già provato
- EMDR per superare idee negative su di sè e per ritrovare l’autostima…
Com’è finita la terapia?
Anna ora si sente libera perchè ha ripreso il controllo della sua vita e riesce a dire NO a Fabio. Ovviamente ha preso delle decisioni importanti che la portano a trasferirsi in una città che ha sempre pensato di raggiungere ma mai realizzata perchè non credeva in sè. Peccato che ci siamo conosciute con la mascherina e ci siamo anche salutate con lei.
Se senti di avere una sotria simile ad Anna e vuoi provare ad uscirne contattami via mail a psylisasartori@gmail.com o al cellulare 349-7867274

Come rendere una coppia duratura nel tempo
Quando si inizia una relazione non si pensa a quando finirà ma a quanto durerà, soprattutto nelle fasi iniziale di vita della coppia. Si è invincibili, si viaggia su un mondo parallelo fatto di aspettative, desideri e fantasie che sembrano fin troppo reali.
Però, sicuramente dopo anche soli 6 mesi, la magia sembra affievolirsi e progressivamente ti potresti trovare a chiederti come mai sei finito/a in questa relazione fino a temerne o desiderarne la fine.
Ecco perché in questo articolo desidero raccontarti gli ingredienti essenziali per una vita di coppia duratura… perché esistono realmente. La coppia è come una casa: immagina di dover vivere in una casa con alcune stanze trasandate e poco curate, non credo che ti sentiresti a tuo agio. Invece se immagini una casa omogenea anche nella cura, magari anche partendo solo da piccole cose senza troppo sfarzo o arredamento , immagino la sensazione di benessere che lascerà non solo a te che vivi ma anche a chi verrà in visita. Ecco che la coppia è cosi composta da tre stanze:
intimità-passione-impegno
Ovviamente, nella vita quotidiana non potrai essere sempre attento/a a tutte le stanze ma potrai, se ne hai consapevolezza, accorgerti che qualcosa non va o che dovresti curare meglio una di queste.
Quali sono gli ingredienti essenziali per una coppia duratura?
- esserti svincolato dalla tua famiglia d’origine ti aiuterà a vivere con completezza la tua vita di coppia e/o famigliare senza dover entrare in dinamiche passate e che, per ciclo di vita, non ti appartengono
- rinunciare ad altri “matrimoni” con lavoro e/o vita sociale ti consentirà di valorizzare la coppia e l’altro dando le corrette priorità in base al valore affettivo per la vita di coppia
- avere la capacità di rispettare te stesso rispettando l’altro
- conoscere i bisogni della coppia e coltivarli
- essere flessibili e curiosi alla coppia che evolverà nella vita senza restare rigidi al passato o al presente.
- riuscire a comunicare in maniera efficace e gestire il conflitto inevitabile per una vita di coppia duratura.
- avere stima e amore per l’altro, coltivando tutte le stanza della coppia
Questi sono alcuni ingredienti indispensabili per la durata di una relazione di coppia: riconoscere il desiderio di vivere una relazione soddisfacente è necessario per preservare la coppia e la tua felicità in essa. Ovviamente, saper chiudere quando la coppia non funziona è anch’esso indice di serenità e di salute per se stesso e spesso anche per i figli che, come dico sempre, non hanno bisogno di genitori che stanno insieme e basta, ma di genitori felici.
Tutte queste capacità si acquisiscono dalla storia familiare e anche dalla storia di vita, ma potrai pensare di imparare a stare nella coppia come meglio desideri, sempre. Basta desideralo.
Se desideri avere altre informazioni o fissare appuntamento chiamami al 349.7867274 o via mail a psylisasartori@gmail.com

La tua relazione non funziona: ecco i 3 segnali
Ascolta o la tua lingua ti renderà sordo.
Proverbio Cherokee
Le relazioni sono all’ordine della vita di tutti i giorni e come tali hanno un peso importante nella nostra quotidianità. Vivere in relazioni distruttive diventa logorante ed è spesso difficile accorgersi di questo continuo logorio proprio perché si parla di emozioni e sensazioni.
Capire che una relazione non funziona è importante al fine di aiutarti a mettere ordine nella tua vita e a provare a realizzare il tuo benessere: io in psicoterapia e anche in alcuni miei post uso spesso la frase “di relazioni ci si ammala, di relazioni si guarisce“.
A prescindere dal tipo di relazione, dalla durata e dall’intensità, ci sono relazioni che non funzionano e potranno mai funzionare. I fattori che causano tale malfunzionamento sono molteplici ma spesso si parte da un presupposto molto semplice e basico: semplicemente non si è fatti per stare insieme.
Valori e priorità differenti, famiglie in opposizione, obiettivi discordanti rispetto al percorso di coppia: sono solo alcune delle difficoltà che spesso causano difficoltà. Oltre a questi elementi vi è anche il sentimento ovvero l’indicatore per eccellenza che ci indica se una storia potrebbe funzionare o meno.
Una relazione che non funziona: ecco i 3 segnali
- manca la comunicazione, elemento indispensabile per farti incontrare con lui o con lei
- assenza di condivisione di progetti che sono spesso il motore della vita di coppia o relazionale
- intolleranza al contatto fisico ed evitamento sono spesso segnali che la passione o l’attrazione non è più qualcosa di positivo o almeno non è più vissuto come tale
Questi sono alcuni segnali che fungono da indicatori che qualcosa potrebbe non funzionare nella tua relazione. Se li stai sperimentando sarebbe opportuno che tu iniziassi a porti delle domande sulla tua relazione.
Prima ancora di questo indicatori ci sono almeno altre 5 situazioni, pregresse, che possono portare a difficoltà nella coppia. Vediamole:
- L’amore verso l’altra persona non viene dimostrato correttamente
- Un partner ostacola la realizzazione dell’altro
- Vengono lesi i propri principi o valori
- Perdita della propria autonomia: si è creata una situazione di squilibrio tale per cui ci si trova addirittura a dover chiedere all’altro il permesso per esistere e per essere se stessi. Niente di più alienante.
- Non posso però, come psicoterapeuta sistemica, non considerare anche il tuo ruolo in questa dinamica di coppia non soddisfacente. Poniti la domanda “cosa faccio io per contribuire a mantenere viva questa insoddisfazione? Vedrai che la risposta può aiutarti a prendere maggiore consapevolezza della tua “componente”, ” deresponsabilizzando l’altro e centrandoti di più su te stesso/a.
Prendere una decisione, ma quale?
Per decidere se una relazione deve continuare o meno, non bastano solo i segnali ma è necessario fermarsi e porsi alcune domande utili a favorire la consapevolezza:
- Chiediti quanto tu senti di aver fatto per questa storia da 0 a 10… se la risposta è elevata allora forse puoi permetterti di non fare più nulla
- Prova a fare un elenco dei pro e dei contro nel restare nella tua relazione o nel chiuderla. Elenca anche le migliori speranze, in entrambi i casi. Valuta poi, di pancia, quale delle opzioni senti più adatta a te in quel momento
Solo tu puoi decidere di uscire da una relazione che non funziona, sapendo che saper lasciare è importante come saper iniziare qualcosa. Ma, come farlo?
Beh, non esiste un manuale per dirti cosa fare. Sarebbe anche poco utile perché ciascuno di noi, fortunatamente, è diverso e necessita di cose diverse.
Gli unici saggi suggerimenti che posso darti sono:
- ascolta te stesso
- non giudicarti
- accetta che non hai il potere di cambiare gli altri, ma solo te stesso
Per avere maggiori informazioni o per prendere appuntamento contattami al 349.7867274 oppure via mail a psylisasartori@gmail.com
Come liberarsi delle relazioni tossiche
Che cos’è una relazione tossica e come la riconosco? Rispondere a queste domande non è sempre semplice perché parlare di relazioni vuol dire parlare anche di una storia relazionale. Essere in relazione è necessario ed inevitabile ma spesso il malessere che ne può derivare è significativo. Ecco perché in questo articolo ti spiegherò come riconoscere una relazione tossica e come uscirne.
Che cos’è una relazione tossica?
La relazione diventa tossica quando ti ferisce, quando senti che non trovi benessere in essa e quando le dinamiche che prendono vita sono tossiche. Tipicamente si parla di relazioni amorose ma può avvenire anche nelle relazioni amicali e familiari, seppur con intensità e dinamiche diverse. Apparentemente nella relazione d’amore tossica, le cose sembrano funzionare bene, si parte con buone premesse (spesso magiche) e si arriva a vivere una relazione del tutto inaspettata.
Ma come mai si finisce in relazioni sbagliate e tossiche?
La scelta del partner non è una scelta casuale, è una scelta che avviene attraverso bisogni e aspettative che hanno radici nel passato, e nella propria storia di vita. Più sei consapevole della tua storia relazionale e quindi di come sono state e come hai vissuto le tue relazioni, maggiormente libero sarai nel scegliere chi avere al tuo fianco e quindi di fare una scelta il più adatta possibile a te e ai tuoi desideri.
Ma quali sono le relazioni tossiche?
- Dipendenza affettiva: una relazione patologica basata sulla dipendenza dall’altro e molto simile , per come si manifesta, alla dipendenza da sostanze. Appartiene alle nuove dipendenze e si manifesta anche a livello amicale o familiare. Sicuramente quella amorosa è la dipendenza più diffusa proprio perché tipicamente scambiata per amore ma non è tale. Per leggere qualcosa in più sulla dipendenza affettiva, SCARICA ONLINE IN MANIERA GRATUITA IL MIO EBOOK: http://bit.ly/32h5ZH4
- Lotta di potere: è una tipica dinamica di potere dettata dalla tendenza ad assumere ruoli di potere e dominanti nella relazione, a tal punto da non riuscire a scendere a compromessi. E’ una relazione distruttiva perché spesso porta a conflitti irrisolvibili, spesso alimentati reciprocamente e diventa quasi un obiettivo primario quello di dominare l’altro. Non si parla di amore infatti ma di lotta.
- Relazione sado-masochista: è una relazione di tipo autodistruttivo. Si arriva alla relazione autodistruttiva spesso per esperienza di violenza psicologica o fisica vissuta in età infantile: spesso sono le donne a scegliere uomini sadici.
- Innamorarsi delle persone sbagliate che non ricambiano l’affetto o non non sono disponibili, ma tu ti convinci che non sia così. Ovviamente l’innamoramento necessita di tempo per essere superato e colui/colei che prova tale sentimento vivrà nella speranza fino a quando non riuscirà ad accettare la realtà.
Come liberarsi dalle relazioni tossiche?
Per superare tali aspetti di relazioni difficili e patologiche è importante non andare alla ricerca del colpevole ma entrare in una logica di responsabilità personale. L’autostima è spesso la chiave di lettura, perché se non sei tu a prenderti cura di te le tue scelte rispecchieranno questo. Ecco che uscirne si può attraverso una psicoterapia sistemica-relazionale perché lavora sulla:
- storia familiare;
- idee di sé;
- relazioni;
Ecco che uscirne è possibile, è necessario ripartire da sé.
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Gli effetti dell’ansia sulla relazione di coppia: come superarli
L’ansia è un sintomo dal significato relazionale. Cioè il senso di malessere che provi può essere spiegato dall’analisi di alcuni tue dinamiche relazionali o di alcuni tuoi legami.
L’ansia è il sintomo per eccellenza, insieme alla dipendenza, ed ha come effetto la ricerca di una vicinanza “supportiva” ovvero “di sostegno” da parte di un’altra persona. Nel caso di un bambino adolescente si può instaurare un particolare legame di sostegno con la madre. Nel caso di una coppia si può instaurare questo particolare tipo di legame con il partner.
Che cos’è l’ansia?
Per prima cosa è importante definire l’ansia. Possiamo intendere l’ansia come una sensazione che si attiva a livello fisiologico nel momento in cui si avverte una sorta di pericolo, reale o immaginario, che ci porta a provare emozioni di paura.
In psicoterapia per spiegare bene cos’è l’ansia, la descrivo come un amica e non come un nemica. Questo perché l’ansia ti può fornire importanti informazioni! Ti dice se tieni ad un progetto, se hai paura di prendere l’aereo o se la relazione di coppia è poco benefica o c’è qualcosa che ti spaventa.
Ecco che al pensiero di paura, il tuo corpo risponde con un segnale fisiologico (tachicardia, sudorazione, tremori, nausea…) così da darti un segnale che è frutto in buona parte dei tuoi pensieri.
Spiegata in questo modo ecco che possiamo capire facilmente come l’ansia abbia una funzione adattiva per l’uomo.
Quali sono le cause dell’ansia?
Come appena detto, le cause sono dovute ai pensieri che formuli e al modo di affrontare le situazioni.
L’ansia è utile in una certa quantità, è vincolante quando diventa eccessiva.
Nella coppia l’ansia può essere dovuta ad un periodo di particolare preoccupazione o stress da parte di uno dei due partner ma assume un significato a livello relazione, perché grazie all’ansia accade qualcosa dentro le dinamiche di coppia.
Ad esempio, se ti mostri ansioso puoi avere imparato che gli altri si prenderanno cura di te, oppure nel momento in cui vi è una situazione di elevata conflittualità l’ansia può spostare l’attenzione dal conflitto al malessere, evitando di affrontare qualcosa di importante.
Colui che manifesta l’ansia non è colui che ha problemi, ma in ottica sistemica diventa colui che si prende carico di un messaggio da dare alla coppia, che consenta di esprimere ciò che a parole non arriva.
Quali effetti sulla coppia può avere l’ansia?
Esistono le coppie ansiose perché esistono persone che come sintomo manifestano l’ansia e questa va ad influenzare poi l’andamento relazionale e familiare. L’ansia si trasmette e si impara a conviverci soprattutto se è associata a vantaggi positivi come il “tenere qualcuno legato a sé”, il “rendersi dipendenti dall’altro” o “l’avere una stampella sulla quale appoggiarsi”.
Nel partner “non ansioso”, però, si può instaurare un senso di responsabilità e di oppressione a tal punto da attivare una sorta di rifiuto piuttosto che di vicinanza. L’ansia nella coppia potrebbe essere anche una manifestazione che qualche meccanismo di coppia non funziona, potrebbe essere una richiesta implicita di aiuto.
Come superare l’ansia?
L’ansia si sconfigge, basta conoscerla e guardarla in faccia. Ovviamente nella coppia, laddove diventasse invalidante e vissuta come troppo forte, è importante superarla come coppia, dando voce ad un problema che non è solo della persona che ne soffre ma, nella maggior parte dei casi, ha un significato relazionale. Ecco che se l’ansia viene accolta può insegnare molto su chi si è, su cosa ci fa bene e su che tipo di relazioni sono sane per noi.
Ecco qui alcuni suggerimenti che mi sento di trasmetterti per gestire al meglio l’ansia:
1. Vedi l’ansia come un sistema per comunicarti qualcosa e che anche per chi è con te ha un significato e un valore;
2. Comunica ed esterna la tua ansia, non tenere tutto dentro;
3. Chiedi aiuto e concediti il tempo necessario per riprederti: più impari a gestire l’ansia più impari ad affrontarla.