La parola “manipolazione” è tra le parole più cercate negli ultimi anni su internet e non è sempre facile da comprendere anzi.
Troppo spesso, anche in psicoterapia, si utilizza questo termine per indicare aspetti della relazione e della comunicazione non proprio tipici della manipolazione, o anche come alibi per poter uscire da un legame più velocemente.
In questo articolo ti accompagno alla scoperta del vero significato della “manipolazione affettiva” e di come essa possa portare a sofferenze emotive e trappole affettive, nonché relazioni tossiche.
Cos’è la manipolazione affettiva?
Che si parli di amicizia, di famiglia, di lavoro o di amore, la manipolazione emerge quando “l’altro viene utilizzato per i propri scopi e interessi”. In ambito affettivo, riguarda nello specifico temi affettivi e relazionali, laddove si utilizza l’altro e alcune sue difficoltà per avere vantaggi e controllo nella relazione. La manipolazione è una profonda forma di abuso psicologico: è molto difficile capire di essere manipolati ed ancora più difficile uscirne, perché fa leva sulle paure più profonde.
Può capitare a tutti di utilizzare alcune modalità comunicative e relazionali manipolatorie, ma ovviamente senza spesso l’intenzionalità di ferire. Ad esempio i bambini spesso la utilizzano per portare a casa premi o risultati, negando l’evidenza e/o raccontando alcune bugie bianche. Ma nella vita adulta e relazionale se tale modalità diventa la dominante all’interno di una relazione può portare a grandi problemi e diventare una trappola relazionale, che ha come obiettivo il controllo.
Alla base dell’insicurezza spesso c’è una scarsa autostima e un’idea di sé negativa sviluppata nel corso degli anni e soprattutto nelle primissime esperienze affettive. Infatti alla base dell’insicurezza affettiva e quindi dell’idea di non essere abbastanza, di non meritare amore, di non attirare l’interesse di qualcuno, c’è sicuramente un attaccamento definito insicuro, ovvero quale modalità di relazione fin da bambini si interiorizza dal legame con i genitori.
Esistono due tipi di attaccamenti insicuri:
- Stile di attaccamento insicuro-evitante: si instaura quando il caregiver è costantemente rigettante, non responsivo o emotivamente non disponibile. Il bambino, quindi,impara a non poter contare su di lui, rinuncia a cercarne la vicinanza perché apprende che il suo bisogno è futile o non verrà soddisfatto;
- Stile di attaccamento insicuro-ambivalente: questo stile caratterizza quelle relazioni in cui il caregiver non risponde in modo costante e coerente ai bisogni del bambino; a volte è presente e amorevole, altre volte si mostra non disponibile e rigettante. Il bambino, in questo caso, non sa cosa aspettarsi. La paura dell’abbandono lo porta a ricercare la vicinanza del caregiver, ma allo stesso tempo può mostrare rabbia e ostilità;
Inoltre esperienze relazionali vissute come fallimentari, bullismo subito in età giovanile possono contribuire allo sviluppo di esperienze affettive vissute come traumatiche e quindi negative per l’individuo.
Chi è il manipolatore affettivo?
Non è intuitivo e facile riconoscere un manipolatore affettivo anzi sa bene come comportarsi, che cosa dire e che cosa non dire.
In particolare chi manipola in ambito affettiva agisce controllo verso la persona attraverso il canale emotivo: infatti spesso questa persona ha un ruolo importante ( genitore, compagno/a, amico) ed è consapevole del suo potere per l’altro.
In particolare il manipolatore affettivo, nella sua forma più estrema e patologica, riguarda la personalità narcisistica, che spesso sceglie come proprio partner un dipendente affettivo, proprio per la necessità di trovare una personalità fragile da manipolare.
Ricorda che non esiste una distinzione di genere rispetto a questi ruoli, anche se è più tipico trovare un maschile narcisista e un femminile dipendente affettivo.
La manipolazione è una profonda forma di abuso psicologico: è molto difficile capire di essere manipolati ed ancora più difficile uscirne, perché fa leva sulle paure più profonde
Come riconoscere un manipolatore affettivo?
Innanzitutto partiamo con il suddividere i manipolatori in
- aggressivi,: fa la voce grossa ma è un “buono”, fa così per il mio bene, sono io ad essermi comportato/a male, ad essere inadeguato/a;
- seduttori, che comprano l’altro nella relazione con seduzione, regali e anticipazione dei bisogni;
- altruisti: con tutto quello che ho fatto per te, così mi ripaghi?
Quali sono i segnali che ti fanno dire di essere dentro una relazione manipolativa?
Riconoscere una manipolazione affettiva non è facile e serve un buon livello di consapevolezza e di gestione emotiva perché la sfida è grande e il rischio di sviluppare sintomi anche.
I segnali più frequenti della persona manipolata sono:
- sensazione di confusione e sconcerto;
- irritazione;
- estremo controllo di fronte al manipolatore per paura di una sua reazione;
- timore di essere fraintesi;
- ansia e paura del conflitto;
Gli amici spesso, in questa fase, sono titubanti verso il legame e possono nascere conflitti che spingono anche l’amicizia verso strade di chiusura o maggior distanza.
Il più delle volte vivere una manipolazione ti porta a perdere il tuo centro, a cambiare spesso idea e a non riconoscere più i tuoi bisogni. Proprio questo è lo scopo del manipolatore: confonderti per non farti muovere.
Come uscirne?
Per uscire dalla manipolazione ricorda che ti serve aiuto, non solo da chi ti circonda, da amicizie storiche e da familiare, soprattutto grazie alla psicoterapia potrai smascherare realmente la manipolazione e sciogliere legami che sembrano indissolubili.
Hai bisogno di un luogo nel quale analizzare la relazione, la comunicazione, la storia e di sentire la tua voce, ascoltando e accogliendo la tua voce, la tua idea, i tuoi bisogni.
Salve,penso di essere vittima di manipolazione affettiva da parte di un’amica
Vincenzo buongiorno,
la manipolazione affettiva esiste sicuramente anche in amicizia. Sarebbe importante che il tutto venisse affrontato con un professionista esperto nel settore!