Adolescenza significa “sperimentare, provare, assaporare, rischiare”: le prime cotte, le prime delusioni, le prime emozioni, le prime sfide sociali ed affettive prendono vita in una fase decisiva anche per l’età adulta.
In questa fase le relazioni affettive diventano il centro del mondo, esperienze attraverso le quali dare il proprio valore, sentirsi più o meno importanti, con la possibilità di sperimentare alti o bassi livello di autostima.
Le prime delusioni d’amore, i primi no, i primi rifiuti, possono diventare ferite insanabili se affiancate ad alcuni fattori possono sfociare nelle prime forme di dipendenza affettiva.
In questo articolo ti accompagnerò a capire come si esprimono le ferite affettive quando si è adolescenti e come dietro alla difficoltà a riparare una ferita vi siano spesso molte altre fragilità, sia come adolescente nella speranza che ti riconosci in questa forma di sofferenza ma anche come genitore per capire come poter essere di aiuto.
Quali sono le sfide dell’adolescenza?
L’adolescenza è un periodo importantissimo per la vita di tutti noi e rappresenta spesso la sfida per eccellenza nella vita: costruire la propria identità, sperimentando in maniera sufficientemente sana anche i propri limiti e le proprie risorse. Ma cosa succede al mondo affettivo?
Il compito per eccellenza di questa fase che va dai 14 ai 18 anni è quella di costruire la propria identità, di capire i valori, le attitudini, le risorse e le fatiche tipiche di ogni singolo adolescente.
Altro compiti nello specifico sono:
- procedere ad una graduale separazione dalle figure genitoriali;
- socializzare con il gruppo di pari;
- sperimentare emozioni e sviluppare abilità di vita;
- sperimentare l’affettività e la sessualità.
Affinché tutto proceda nel migliore dei modi e che si compia lo sviluppo nella maniera più efficace possibile risulta fondamentale l’appoggio genitoriale e/o di figure adulte di riferimento che accompagnano l’adolescente come base sicura per poter sperimentare ma sapendo di avere un porto sicuro di attracco.
Qual è l’impatto del primo amore in questa fase?
Uno studio scientifico condotto da un gruppo di ricercatori dell’Università di Denver e pubblicato sulla rivista Child Development rispetto all’impatto dell’amore in ambito adolescenziale ha fatto emergere che, i teenager, fanno fatica a non coinvolgere completamente l’emotività nella relazione, anche se si tratta di primi amori considerati dall’adulto più “leggeri”.
SI pensi infatti che l’amore adolescenziale, a volte ricercato anche dall’adulto, è caratterizzato da:
- leggerezza;
- emozioni intense e forti;
- illusione e speranza;
- simbiosi;
Avendo un alto coinvolgimento emotivo e non avendo ancora la piena gestione emotiva e razionale di sè, l’adolescente potrebbe sperimentare un andamento emotivo che lo porta a sperimentare dolore così intenso da generare anche un disagio psicologico.
Come reagisce l’adolescente alle ferite del primo amore?
Essendo un fiume di emozioni l’adolescente spesso non comunica, come accade anche in alcuni adulti, il proprio malessere, ma cerca alcuni meccanismi di difesa e di gestione apparente:
- lo spostamento: ovvero sposta l’attenzione e/o il dolore attraverso azione spesso intense e compulsive come alcol, droghe, azioni distruttive e di autolesionismo;
- la somatizzazione: sviluppa molti sintomi legati a stress ed ansia come mal di pancia e/o mal di testa;
- sviluppa sintomi psicologici come ansia, depressione, dipendenze.
E’ come se tutto questo fosse per l’adolescente un modo per comunicare ciò che a parole non riesce a dire per diversi motivi e che, spera, riescano ad accoglierlo amici e/o adulti.
Esistono però situazioni nelle quali gli adolescenti riescono, grazie ad alcune risorse a gestire anche il dolore emotivo.
I fattori di protezione sono:
- amicizie: avere un amico o un gruppo di amici protegge dalla solitudine che lascia la relazione conclusa;
- comunicazione familiare: poter raccontare e sentirsi non giudicati è il reale bisogno di tutti gli adolescenti, senza opinioni ma con ascolto attivo;
Essendo un fiume di emozioni l’adolescente spesso non comunica, come accade anche in alcuni adulti, il proprio malessere, ma cerca alcuni meccanismi di difesa e di gestione apparente
E quando sviluppa dipendenza affettiva?
Ebbene si, anche in adolescenza può esserci dipendenza affettiva, ovvero quella dipendenza che ha come oggetto la relazione e che oscura tutta la vita intorno. Essendo ancora in fase evolutiva l’adolescente può imparare a comprendere come avviene la dinamica e poter scegliere di non rafforzare la dipendenza ma combatterla. Spesso alla base vi sono:
- insicurezza;
- scarsa autostima;
- conflitti familiari;
- isolamento sociale;
Di per sè l’adolescente sperimenta di sicuro aspetti di dipendenza anche sana, ad esempio l’adolescente sarà dipendente dal gruppo di amici e tale dipendenza è sana, nella misura in cui serve a lui per crescere e conoscere altro dalla famiglia. Anche le abitudini, le uscite possono diventare oggetto di dipendenza ma spesso è passeggera. DIventa dipendenza affettive invece la vita centrata solo sull’altro, spesso anche quando la relazione finisce e non si riesce a voltare pagina. La sensazione di non poter vivere senza l’altro diventa un dolore cronico e distruttivo, senza via di scampo.
I segnali che in generale possono esprime una fatica a superare una ferita emotiva e/o una dipendenza sono:
- abuso di sostanze soprattutto in concomitanza con conflitti e situazioni di separazione;
- riduzione delle attività extrascolastiche e delle passioni;
- pensieri ossessivi e ansia;
- atteggiamento aggressivo
E quando la storia finisce come possono comportarsi gli adulti?
I genitori non dovrebbero sminuire o minimizzare dicendo “morto un papa se ne farà un altro”, ma far capire che quello stato d’animo è normale e comprensibile, che è capitato anche a noi, che si sta davvero male e li si comprende.
Piuttosto spronarli ad uscire con gli amici di sempre, concentrarsi nello sport e tutto con il tempo passerà.Quando un adolescente ha una dipendenza affettiva all’interno della coppia, non bisogna forzarlo a risolvere il problema con delle imposizioni. È molto più utile essere presenti per parlarne e, soprattutto, per ascoltare.
Grazie anche alla psicoterapia l’adolescente può imparare a comprendere il mondo affettivo e scegliere di affrontare il dolore con modalità sane, evolutive e protettive verso di sé. Ricorda che prevenire anche una dipendenza affettiva è meglio che curarla.