
Almeno una volta nella vita tutti noi abbiamo sperimentato la sensazione di “panico”, ovvero l’espressione più forte dell’ansia, sensazione che porta le persone a vivere la percezione della perdita del controllo e dell’essere in balia delle proprie emozioni. In ambito relazionale si identifica con il termine “panico da abbandono” e in questo articolo ti accompagnerò a conoscere che cos’è, perché si manifesta e come sconfiggerlo.
Che cos’è il panico da abbandono?
La paura di perdere qualcuno, soprattutto in ambito affettivo, è più che naturale. Vivere una relazione significa anche assumersi il rischio di soffrire, di provare dolore.
Per chi arriva però a vivere una vera e propria forma di panico si parla anche di “Sindrome dell’abbandono”, celata da espressioni affettuose di grande attenzione e premura che, soprattutto all’inizio, possono confondere e lusingare il partner. Con il trascorrere del tempo, però, il bisogno di tenere l’altro il più vicino possibile, la necessità di non deluderlo mai affinché non se ne vada e la paura della solitudine rischiano di prendere il sopravvento su tutto il resto, condizionando i nostri comportamenti e influendo negativamente sulla relazione.
Quali sono i segnali di una forma di ansia da abbandono?
Il “Panico da abbandono” si manifesta attraverso una serie di atteggiamenti e pensieri (anche di tipo ossessivo) associati a particolari tratti di personalità.
Gli schemi di atteggiamento e comportamento tipici di questa tipologia di personalità sono:
- Ipercontrollo: il bisogno di sapere costantemente cosa sta facendo o cosa prova l’altro, in modo quasi maniacale;
- Ricatto emotivo: consiste nel far sentire l’altro responsabile della propria felicità o infelicità, innescando così sensi di colpa che minano la relazione;
- Manipolazione: il partner viene influenzato e portato a modificare comportamenti e pensieri, ovviamente a discapito della propria autenticità;
- Vittimismo: le persone che soffrono di sindrome da abbandono sviluppano una forte “dipendenza affettiva” che ne determina anche il ruolo di “vittima”, funzionale ad attirare l’attenzione altrui e a distanziarsi dalle proprie responsabilità.
Queste modalità di atteggiamento e azione, diventano di conseguenza anche modalità relazionali che impostano la relazione sul tema del controllo. Ed è proprio questo aspetto che, anche se inizialmente di aiuto per la persona ansiosa, a lungo andare rovina la relazione e peggiora il tema della fiducia. Senza fiducia, infatti, non esiste una relazione sana e durevole, perché è l’ingrediente indispensabile per relazioni solide e stabili.
C’è inoltre una forte correlazione tra panico da abbandono e dipendenza affettiva e si nota come, molte persone che sviluppano ansia e panico in vari momenti relazionali, siano maggiormente inclini a sviluppare una dipendenza affettiva.
Come si manifesta il panico da abbandono?
Oltre ai segnali che ho appena citato, esiste un vero e proprio circolo vizioso che porta al vissuto di panico da abbandono. Sicuramente alla base di tale situazione di panico si ritrovano storie di ansia affettiva fin dall’infanzia, con personalità con attaccamento insicuro ambivalente.
Ma questo non è sufficiente per iniziare un vero e proprio calvario con il panico. Ci vogliono anni di conferme negative e di esperienze vissute come negative.
Tutto inizia quando, ad un certo punto della relazione e di norma in momenti di conflitto o di difficoltà relazionale, la persona chiede costanti conferme sulla presenza affettiva dell’altro. Saranno quindi più frequenti domande, ricerche du conferme, rassicurazioni che spingono l’altra persona a prendere spesso le distanza e ad avere bisogno di maggior spazio. È a questo punto che l’ansia per la paura dell’abbandono prende il sopravvento, sfociando in atteggiamenti controllante e invasivi.
Più aumenta l’ansia, quindi i pensieri e i dubbi sulla relazione, più gli scenari so faranno peggiori. Tutto questo viene spesso accompagnato da una sensazione di paura dominante e incalzante che può arrivare a minare anche la vita quotidiana.
Cosa fare per sconfiggerla?
La psicoterapia diventa l’unica via efficace per risolvere questa paura che spesso deriva da vissuti infantili e familiari.
Vi sono dei passaggi necessari per imparare a gestire il panico e l’ansia:
- Consapevolezza: riconoscere la paura e accettarla è il primo passo;
- Gestione delle emozioni: imparare a gestire la paura diventa un vero e proprio apprendimento ed è possibile a qualsiasi età;
- Superare il passato relazionale e migliorare la modalità relazionale.
In particolare la psicoterapia sistemica relazionale è considerata la più efficace per lavorare su tali aspetti, sia dell’ansia che affettivi.
Che cosa aspetti ad iniziare ad affrontare le tue paure?
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Vivere una relazione significa anche assumersi il rischio di soffrire, di provare dolore.