Molte storie familiari hanno con sè una storia soggettiva, unica e imparagonabile, e questo vale anche per il dolore. Esistono infatti studi che dimostrano come il dolore e le storie familiari attraversano e si tramandano di generazione in generazione. Più nello specifico, in psicoterapia sistemico familiare, si dice che servono 3 generazioni per costruire un sintomo. Che implicazioni ha tutto questo nella vita quotidiana? Esistono sofferenze ereditabili? Segreti scomodi con pesi che si tramandano? In questo articolo ti accompagno a scoprire il peso del trigenerazionale e come poterne uscire!
Che cos’è il trauma intergenerazionale?
Il trauma è un evento della vita che determina una tra il prima e il dopo e che porta con sè dolore emotivo e psicologico profondo e diventa intergenerazionale quando si trasmette di generazione in generazione attraverso sintomi fisici e psicologici. Anche se non ne abbiamo consapevolezza cosciente, infatti, tali esperienze non elaborate possono incombere nelle nostre menti e avere il potenziale di orientare la nostra vita in una certa direzione e tutto ciò può avvenire senza che un ricordo sia necessariamente condiviso. Accade quindi che la generazione successiva cresca con la sensazione che qualcosa di terribile possa essere successo nella storia familiare, senza sapere esattamente cosa. I segreti, i tabù, i non detti possono rappresentare un modo di proteggere sé stessi e i figli dal dolore di esperienze altamente impattanti anche se finiscono per perseguitare come fantasmi nelle generazioni successive; Gampel (2020) chiama la trasmissione radioattiva del trauma: come una pioggia radioattiva, gli effetti di un trauma intergenerazionale si manifestano in una serie di sintomi fisici ed emotivi che impattano potentemente nella vita di figli e nipoti.
Quali sono i sintomi fisici e psicologici?
I sintomi che accomunano una persona che ha subito un trauma spesso sono legati al DPST (Disturbo post traumatico da stress):
- Vergogna;
- elevato senso di vulnerabilità e impotenza;
- bassa autostima;
- sintomi dissociativi (per esempio, depersonalizzazione e derealizzazione);
- difficoltà nelle relazioni di attaccamento con gli altri (per esempio, mancanza di fiducia o incapacità a connettersi agli altri);
- difficoltà nel regolare la rabbia e l’aggressività;
- estrema reattività allo stress;
- isolamento e ritiro;
- lutto complicato;
- disturbi da abuso di sostanze;
- disturbi del sonno;
- autolesionismo e ideazione suicidaria.
Come identificare il trauma intergenerazionale?
Facciamo un esempio molto frequente; il lutto! Una giovane donna un tempo mi contattò perchè il rapporto con la madre era particolarmente difficile, alternato da momenti di senso di colpa e di desiderio di allontanamento. Inoltre la ragazza manifestava una sorta di ansia da prestazione e senso di inadeguatezza spesso frequente anche nelle nuove relazioni. Andando alla luce della sua storia familiare emerse come la madre, aveva subito un lutto del quale non si poteva parlarne, e che lei, figlia, non parlandone l’ha sempre protetta. IL prezzo di questa protezione è stato l’ansia, il non sentirsi all’altezza e sentire di aver paura di costruire legami per la paura di dipendere e dover lasciare la madre sola.
Il trauma si identifica ricostruendo la storia familiare, intercettando segreti e tabù e avendo il desiderio di mascherarlo. Insomma un malessere di un individuo và ricercato come origine nelle generazioni precedenti.
Come superarlo?
La psicoterapia è la chiave di svolta, soprattutto ad orientamento sistemico relazionale e familiare.. Grazie a questa specifica psicoterapia ci sarà la possibilità per la persona di vivere al meglio ogni relazione presente e scegliere di essere se stessa, lasciando il passato a chi non ha voluto risolverlo.