Della dipendenza dalla famiglia non se ne parla moltissimo soprattutto in quanto sembra qualcosa di giusto e sano. Come in tutte le relazioni la dipendenza è sana fino a quando permette alla persona di compiere al meglio le proprie tappe evolutive e di continuare con la propria vita e relazioni. Esistono però situazioni nelle quali costruire il proprio avvenire è impensabile e percepito come impossibile, soprattutto senza la famiglia come riferimento e senza l’idea di poter tollerare un momento di separazione dal genitore o genitori e/o altri parenti.
In questo articolo ti accompagno a scoprire quali sono i segnali di una dipendenza dalla famiglia, concentrandoci specificatamente anche sulla dipendenza genitore-figlio, al fine di poter affrontare questo aspetto con più consapevolezza.
Come si manifesta la dipendenza dalla famiglia?
Fin dalla nascita la famiglia rappresenta uno spazio per apprendere le regole relazionali, morali e sociali che orientano alla vita. Sentirsi in debito e/o in un legame di lealtà è spesso normalizzato dentro alla cornice familiare anche se può diventare di impedimento alla vita da adulto, sana. Essere fedeli alla propria famiglia, ai valori e ai principi non vuol dire essere dipendenti anzi, vuol dire aver appreso uno stile familiare e continuare nel tempo. Si tratta di dipendenza quando di fronte a scelte personali come (studio, casa, lavoro, amori, affetti) la famiglia ha un’influenza decisamente eccessiva e limitante la libertà del singolo soggetto. I primi segnali della dipendenza si manifestano al momento della ricerca ed espressione della propria autonomia progressiva o al momento di cambiamenti importanti come, ad esempio, un trasferimento di abitazione o di luogo.
La dipendenza genitore-figlio, quando diventa patologica?
Questa forma di dipendenza appartiene alla forma più classica di dipendenza affettiva ma qui vi è una forma di dipendenza tra genitore e figli, quindi in un legame affettivo ma non amoroso. Il più delle volte questi legami emergono in tutta la loro disfunzionalità attraverso sintomi psicologici come “ansia, dipendenza, disturbi alimentari, depressione”, espressi anche solo da uno dei due. I due o più individui, soggetti a questo tipo di legame, senza rendersene conto e spinti dalle migliori intenzioni, cooperano nella costruzione di un labirinto che imprigiona tutti, ma chi si muove per un supporto psicoterapeutico è di solito il figlio, o il genitore preoccupato dal sintomo del figlio.
La dipendenza, in questo caso, serve di certo più al genitore che al figlio il quale piuttosto apprende un modo di vivere i legami troppo stretti e rigidi; il tutto avviene perché spesso alla base vi è un conflitto di coppia non affrontato o non risolto. Genitori che dipendono dai figli lo fanno spesso per compensare una carenza affettiva di coppia, senza però rendersi conto realmente degli effetti che potrebbero generare e che, il più delle volte, hanno loro stessi subito.
Quali sintomi sviluppa il figlio dipendente?
Tra i sintomi più comuni che spesso i figli manifestano in età anche di giovani adulti sono:
- Ansia e disturbi ossessivi: il pensiero rigido e la paura che accada qualcosa spesso sono alcuni segnali che portano il figlio a chiudersi di più e ridurre anche i contatti fuori dalla famiglia;
- Dipendenza: le forme di dipendenza varia, non solo da sostanze, mantengono spesso un equilibrio familiare intatto, quasi rigido, che non spinge il figlio allo svincolo anzi;
- Disturbi alimentari: spesso, vissuti con maggiore frequenza al femminile, richiamano ad aspetti di dipendenza tra la figlia e la madre, con un’assenza del rapporto con il padre;
- Depressione: si manifesta spesso come sintomi di non appartenenza ad un mondo fuori la famiglia e con la necessità di chiudersi sempre più in casa.
- Conflitti di coppia e problemi relazionali: non sentendosi libero di costruire legami fuori dalla famiglia o da un specifico rapporto familiare, il figlio metterà in atto anche tentativi di boicottaggio relazionale volto a non investire seriamente sui rapporti sociali e amorosi, vissuti dal sistema come minacciosi.
Come uscirne?
Lo spazio di psicoterapia è il luogo ideale nel quale prendersi cura di sé e delle proprie relazioni anche familiari; spesso per situazioni di dipendenza familiare si lavora con il singolo individuo che sviluppa malessere, elaborando i vissuti emotivi e costruendo un possibile cambiamento di svincolo futuro. Non sono da escludere incontri anche familiari per aiutare tutti i membri a costruire sani confini interpersonali.