Il dolore non piace a nessuno, soprattutto quando la guarigione è incerta e non chiara. La vita affettiva porta l’individuo a sperimentare gioie e dolori, necessari all’evoluzione del rapporto amoroso, ma la parte più faticosa in generale per tutti risulta essere la fine della relazione e il dolore che porta con sè. Chi sceglie di chiudere spesso mette in conto il doloro, lo accetta e lo supera, chi subisce la scelta ne rimane vittima. In questo articolo ti aiuterò a capire che cosa succede quando finisce una relazione e quanto tempo sia necessario per guarire da una ferita affettiva.
Perchè è dolorosa la fine di una relazione?
Un interessante studio condotto dal professor Edward Smith della Columbia University (Kross et al., 2011) ha evidenziato come il dolore per la fine di una relazione stimoli le stesse aree cerebrali deputate alla percezione del dolore fisico. Pertanto, tale evento può generare un’intensa sofferenza psico-fisica, e ogni volta che una relazione termina, la conseguenza è un certo grado di sofferenza la cui intensità varia a seconda del coinvolgimento, della durata e della consapevolezza rispetto al rapporto.
Quali sono i sintomi della fine di una relazione?
Quando una relazione termina, soprattutto se inaspettatamente, la persona ha una prima reazione definita di shock. Le sensazioni tipiche sono abbattimento, ansia, rabbia e perdita di motivazione. Talvolta, dato il profondo dolore provato, la mente utilizza una strategia di conservazione chiamata negazione. La persona sperimenta una sorta di vuoto e di ottundimento emotivo che la distacca dall’evento. Oscilla tra momenti di profonda sofferenza e momenti in cui agisce “come se” non fosse accaduto nulla. Le emozioni più frequenti conseguenti all’andamento difficile di un rapporto o alla fine di una relazione sono la tristezza e la paura, che si associano a loro volta a dei sintomi psicologici come:
- depressione: quella condizione di tristezza significativa collegata ad una sofferenza emotiva e diversa dalla depressione di stato che può avvenire a prescindere dalla fine di una relazione.
- ansia: la paura di essere abbandonati o di stare soli, di non trovare nessuno o di dover mettere in discussione alcune certezze, il tutto collegata alla fine della relazione. Spesso l’ansia è un sintomo che emerge anche prima della fine, quando qualcosa nel rapporto inizia a traballare, ma senza esiti di scelte.
Quanto può durare il dolore e da cosa dipende la guarigione?
Spesso in psicoterapia accolgo persone che sono terrorizzate dal fatto di non dimentica o togliersi dalla testa una relazione/persona. COme dico spesso non c’è un tempo minimo o massimo, perchè è soggettivo. Vero è però che per i sintomi psicologici come ansia e depressione la durata maggiore ai sei mesi inizia ad essere significativa e quindi necessita spesso di un intervento terapeutico.
Quello che può fare la differenza nell’evoluzione del dolore che, per forza di cose accompagna la fine di qualcosa a cui si è tenuto, è:
- risorse personali; le capacità individuali di elaborazione del dolore che, spesso, dipende anche dal passato di vita e dalla tendenza o meno della persona a controllare e contrallarsi.
- risorse affettive; amici, colleghi rete sociale che agevola la riparazione dal dolore.
- risorse familiari; la famiglia e il sentirsi compresi e non giudicati aiuta alla guarigione.
Come poter affrontare un dolore affettivo?
LA fine di una relazione può portare alla perdita di sè e del significato che la persona aveva di sè, così come la riorganizzazione sociale e degli amici. Per questo lo smarrimento è presente e spesso è utile anche al fine di ritrovarsi. Per questo la psicoterapia è necessario e indispensabile a riparare sia il cuore infranto che il dolore, accettandolo in primis e non negandolo.