
Gli ingredienti di una sana dipendenza nella relazione.
La dipendenza affettiva, è difficile riconoscere e capire se sia una componente naturale della relazione. Scopriamo insieme come individuare gli ingredienti per una sana dipendenza
Essere genitori quando si smette di essere coppia
Le difficoltà di coppia incidono in maniera importante nella relazione genitoriale rendendola, a volte, complicata e luogo di conflitti e rivendicazione.
Imparare a gestire la genitorialità è un fattore protettivo al benessere della famiglia e dei figli.
Leggi l’articolo per saperne di più e contattami per informazioni.
Conflitti di coppia: una strategia risolutiva
la coppia, cambia e cresce, necessita di rivedere gli obiettivi e le finalità. Due innamorati di 20 anni non possono chiedere a 50 di essere come un tempo, possono però cercare di amarsi per ciò che sono ora.

Adolescenza e sostanze: cosa fare come genitori.
Kurt Cobain
Non si può parlare di dipendenza senza parlare di famiglia, non perchè essa sia la causa ma perchè essa è il punto di svolta e di guarigione, è la risorsa per eccellenza. L’adolescente che abusa di sostanze mette a dura prova l’intero sistema familiare e chiede, indirettamente, ai genitori di mettere tutto da parte al fine di concentrarsi sulla dipendenza. Come genitori diversi sono i vissuti che possono emergere in tali situazioni, in primis il senso di fallimento e di impotenza.
Ecco perché è importante agire tempestivamente nella prevenzione di comportamenti a rischio e di costruire una sana relazione genitoriale che sia supportiva e di orientamento al mondo e alle scelte funzionale al proprio benessere.
L’adolescenza è una fase di transizione molto complessa ma indispensabile alla formazione dell’identità, alla conoscenza dei propri limiti, alla sperimentazione dei bisogni e della frustrazione. Quello che accade a livello relazionale e familiare è un progressivo allontanamento o almeno la minaccia di allontanarsi dalla casa familiare per esplorare il mondo. E’ qui che i genitori sentano aumentare spesso l’ansia e la preoccupazione per il timore che i figli si mettano in pericolo. Ricordate che il gruppo dei pari è influente ma la scelta di un adolescente è fortemente influenzata dal rapporto con i genitori.

Quindi cosa si può fare come genitori?
- assumere posizioni di autorevolezza nei confronti dei figli;
- costruire una buona relazione basata su ascolto e comunicazione;
- interessarsi alla loro vita e alle loro amicizie;
- non giudicarli, piuttosto fate loro domande riflessive che li spingano a cambiare e a riflettere;
- mantenere una coerenza educativa e condivisione tra i genitori;
- condivisione di valori familiari e pro-sociali e una genitorialità supportiva e dunque emotiva, cognitiva e sociale;
- parlare di sostanze, discuterne ed informare i propri figli;
- proteggere i figli dai conflitti di coppia.
Questi sono alcuni fattori di protezione sui quali i genitori possono lavorare per fornire uno zaino pieno di strumenti per i propri figli; potrà accadere che loro inizialmente non capiranno, sembreranno allontanarsi, rifiutare e alzare muri, ma il genitore supportivo è colui che si siede accanto a questi muri e attende, prima o poi si sgretoleranno. E’ inoltre utile ricordarsi che i figli non rifiutano i genitori ma il ruolo che essi assumono nell’adolescenza, ecco che un loro rifiuto non è più distruttivo per il genitore.
Inoltre, rispetto all’uso di sostanze è necessario ricordare che l’intervento familiare e soprattutto genitoriale per l’adolescente risulta essere il più efficace per prevenire situazioni potenzialmente a rischio perché consente alla famiglia di fare fronte compatto alla dipendenza, che spesso viene sottovalutata e illusoriamente gestita dal figlio. Accompagnarlo laddove lui non arriva è il primo modo per aiutarlo, ma uscendo dall’idea che sia lui il problema e remando verso una direzione comune.
Dott.ssa Lisa Sartori Psicologa e Psicoterapeuta Sistemico relazionale.

Il disagio adolescenziale e come superarlo.
“Amo gli adolescenti perché tutto quello che fanno lo fanno per la prima volta”
Jim Morrison
L’adolescenza è per eccellenza la fase del ciclo di vita nella quale i cambiamenti fisici, psichici e sociali sono eclatanti, presenti e risuonano in tutto il sistema di appartenenza dell’adolescente, dalla scuola alla famiglia per non tralasciare i tanto importanti amici. Il vissuto dei genitori spesso è di impotenza e smarrimento nonostante ogni genitore sia stato a sua volta un adolescente, ma questo non basta per aiutare il proprio figlio a riconoscere un disagio, comunicarlo e superarlo.
Le espressioni del disagio adolescenziale possono essere differenti, in relazione alle caratteristiche di personalità ed ai diversi contesti sociali, scolastici e familiari. Il disagio si può esprimere attraverso sintomi e reazioni come:
- depressione;
- disturbi d’ansia;
- anoressia nervosa e bulimia;
- ritiro sociale;
- dipendenze da internet;
- autolesionismo;
- comportamenti aggressivi nei contesti familiari, scolastici e sociali;
- problemi o abbandono scolastico;
- reati;
- disturbi della condotta;
- abuso di alcol o di droga;
- sensation seeking (ovvero attività estreme e pericolose).
Questi sintomi non sono così sporadici nell’adolescente, anzi, in questo particolare periodo storico anche la soglia del disagio adolescenziale sembra iniziare ancora prima, ovvero nel periodo preadolescenziale. Gli eventi stressanti in questo periodo della vita possono essere svariati, e ciò che protegge l’adolescente è la capacità di fronteggiare tale stress in maniera funzionale.
Tale capacità si acquisisce nel contesto familiare in primis, partendo da come i propri genitori affrontano lo stress e insegnano a riconoscere limiti e risorse nel proprio figlio. L’adolescenza però non è solo disagio e difficoltà ma anche un momento di estrema curiosità, leggerezza e ricerca di identità che consente ai giovani di sviluppare i loro interessi, coltivare le relazioni e ricercare se stessi attraverso l’aiuto anche del gruppo dei pari. Per ritornare però alle fonti di stress esse possono essere ( citandone alcuni e i più frequenti):
- difficoltà scolastiche;
- pensieri e sentimenti negativi su se stessi;
- solitudine e bullismo e cyberbullismo;
- isolamento sociale;
- cambiamenti nel proprio corpo;
- Difficoltà relazionali intra ed extra familiari;
- separazione dei genitori;
- lutto e malattie;
- eccessive aspettative familiari;
- cambiamento di contesto, trasloco.
Cosa fare se un adolescente soffre di disagio?
I disagi dell’adolescente suggeriscono una presa in carico familiare: la storia di vita della famiglia intera, la fase di vita della famiglia, la comunicazione e la qualità delle relazioni presenti al suo interno sono elementi importantissimi dai quali non si può prescindere per una valutazione corretta del disagio che l’adolescente presenta.
Il contributo dei genitori è dunque determinante nell’accompagnare l’adolescente a superare le proprie difficoltà: dunque essi sono risorsa per il cambiamento dei propri figli e per il superamento di difficoltà specifiche anche fuori dal nucleo familiare.
Per questi motivi è dunque opportuno rivolgersi ad uno psicologo psicoterapeuta famigliare per una valutazione attenta della problematica in atto e un eventuale trattamento terapeutico. Di elezione in questi casi è infatti la psicoterapia familiare ad orientamento sistemico-relazionale in quanto terapia breve e pragmatica con l’obiettivo di aiutare tutto il sistema familiare e riscoprire nuovi equilibri.
Alla psicoterapia familiare può essere utili affiancare un lavoro individuale con il figlio e di coppia per i genitori, al fine di trattare specifiche tematiche in quanto spesso necessitano di un loro spazio che poi può trovare un senso anche all’interno di una terapia familiare.
Dott.ssa Lisa Sartori Psicologa e Psicoterapeutica Sistemica _ Relazionale

Quando la coppia infelice non scoppia.
“Gli uomini sono fatti in modo da doversi necessariamente tormentare a vicenda.”
( F.M Dostoevskij)
Essere coppia è una sfida che mette ogni individuo alla prova rispetto ai propri limiti, risorse e modalità di comunicazione e di relazione. La complessità della relazione di coppia sta anche nel momento della disillusione come fase nella quale entrambi in partner si “accorgono” realmente di com’è l’altra persona con i pregi ed i suoi difetti in particolare. Questo perché dopo la fase dell’illusione ( ovvero dell’innamoramento ) quello che accade è che inevitabilmente ( e lo è per tutti ) l’altro viene visto con le proprie lenti di osservazione attraverso i propri bisogni e aspettative.
Cosa succede dopo la fase della disillusione?
La coppia può “ricontrattare” i motivi che li spingono a stare insieme, cercando la realizzazione e il raggiungimento dei bisogni e aspettative che sentono come necessarie sia nella loro idea di coppia (che si forma anche sulla base della propria storia di origine) , sia per il loro benessere individuale.
Ritengo necessaria questa breve introduzione al mondo della coppia al fine di comprendere come si può essere infelici nella coppia e non riuscire a separarsi. In questo articolo citerò anche alcuni aspetti emersi dalla mia tesi di ricerca su tale argomento. A tal proposito emerge come necessario sottolineare alcuni aspetti implicati nella capacità di separarsi in maniera adeguata:
- l’influenza dei miti familiari; emerge infatti come decisivo l’aspetto del mito familiare ( ad esempio sacrificio, rivendicazione, lavoro, famiglia unita ecc…) che incide sulla modalità con la quale si legge anche il conflitto includendo anche come una possibile separazione venga vissuta dalla famiglia;
- aspetti individuali legati all’idea che ogni individuo ha di sé: ad esempio persona in grado di meritare amore, persona che vale ecc…;
Questa è la base nella quale si appoggia la crisi di coppia, ma cosa spinge le persone a non separarsi e restare infelici? Dalla mia esperienza clinica e dalle ricerche in letteratura si possono individuare alcuni motivi possibili:
- L’impossibilità di vivere un fallimento; quando finisce una relazione ciò che accade è che essa può essere paragonata ad un lutto, con tutte le sue fasi di passaggio. Il fallimento è di coppia, relazionale e individuale nonché sociale perché la coppia appartiene comunque ad un gruppo che in qualche modo viene a conoscenza del fallimento. Inoltre la famiglia d’origine assume un ruolo decisivo perché verso di essa possono esserci aspetti di rivendicazione e risarcimento importanti che però non trovano risoluzione nella coppia;
- L’incapacità di reinvestire su di sé: nella coppia può capitare che uno dei due partner si metta da parte al fine di tutelare l’equilibrio della coppia ( seppur precario ) ed è proprio questa persona che spesso potrebbe sentirsi smarrita all’idea di percepirsi senza qualcuno o senza la coppia / famiglia;
- I figli; questo aspetto è di cruciale importane in quanto si tende a pensare che sia meglio per i figli avere genitori in lotta ma insieme piuttosto che genitori felici ma separati. Quello che accade è che non è un problema la separazione in sé quanto piuttosto come essa viene gestita, comunicata e vissuta sia dalla coppia che dal nucleo familiare. I conflitti dei genitori, che siano insieme o separati, possono avere serie ripercussioni emotive sui figli che li metteranno in difficoltà nella vita adulta. Ad esempio, accade spesso che adolescenti con dipendenze da sostanze, abbiano situazioni fortemente conflittuali a casa a prescindere dalla separazione o meno dei genitori;
Cosa poter dunque fare per riuscire a separarsi?
Ad esempio potrebbe essere utile chiedere aiuto e rivolgersi ad uno psicoterapeuta di coppia per riuscire a parlare e riflettere sulla possibile o impossibile separazione. Ecco che si procederà al fine di attivare uno spazio neutro per entrambi nel quale affrontare la paure, la rabbia e le altre possibili emozioni vissute nell’arco della vita di coppia anche al fine di aiutarli nella gestione della genitorialità.
Dott.ssa Lisa Sartori_ Psicologa e Psicoterapeuta.