
Vivere relazioni affettive è un tassello importante della vita, non tutti però si approcciano alle relazioni con serenità e leggerezza. Anzi, direi che saper godere di una sana conoscenza diventa un surplus per la vita di tutti i giorni.
Tutti almeno una volta nella vita ci siamo chiesti : “Mi cercherà? Chissà se gli piaccio? E se non dovesse più cercarmi? Dovrei farmi sentire poco, così non gli faccio capire che mi piace? E se sbagliassi a non rispondergli?”. C’è chi però approccia con tale insicurezza qualsiasi contatto o inizio di contatto, rischiando di non vivere per nulla bene, un momento della relazione e della costruzione dell’ipotetico legame, decisamente importante.
Come funziona l’ansia?
L’ansia è un normale stato di attivazione del corpo di fronte a sensazioni o emozioni di paura. La paura può essere reale o immaginaria e ovviamente essa determina anche l’andamento dei nostri pensieri e viceversa. Provare ansia è naturale, quello che cambia è quanto essa sia invalidante e ingombrante nella vita quotidiana. Ad esempio, le persone che non riescono a gestirla, si sentono controllati dall’ansia e non riescono a identificare i pensieri. Infatti, le relazioni insoddisfacenti, familiari, amicali e lavorative, possono essere fonte di malessere e di pensieri ripetitivi e logoranti.
Quindi perché si può provare ansia per le relazioni?
Pensare la relazione è decisamente diverso da vivere la relazione, perché finché la pensi è nella tua testa, mentre se la vivi è reale. Tante ansie derivano anche dalla tendenza a pensare a come potrebbe essere o andare un legame, per paura di che cosa potrebbe diventare reale. Se un legame non funziona bene e temo che ci sia un abbandono imminente, il tutto potrebbe generare ansia, con diverse manifestazioni somatiche: sudorazione, tachicardia, perdita della sensazione di equilibrio, pensieri ricorrenti sul tema della paura dell’abbandono.
Questi sono solo dei possibili esempi che possono generare situazioni di “ansia” legati ad aspetti relazionali. Certo è che l’infanzia gioca un ruolo determinante anche nello sviluppo di tali pensieri ansiosi, perché spesso si collegano all’assenza di una “base sicura” genitoriale. Ma che cosa intendo per base sicura? La base sicura è la possibilità e la capacità di un individuo di avere intorno a sé persone fidate con cui instaurare legami di attaccamento reciproci e solidi (John Bowlby). La base sicura è quella “base” affettiva che aiuta la persona a sviluppare una sana indipendenza in età adulta e, se non avviene, la possibilità di sviluppare sintomi come ansia e depressione sono più frequenti.
Come puoi gestirla?
Per gestire l’ansia ci sono alcuni passi inevitabili:
- Impara a riconoscerla: per prima cosa dovresti imparare a riconoscere l’ansia e distinguerla da altre sensazioni e pensieri che vivi. Per farlo di sicuro è importante che riconosci le tue emozioni e che ascolti i tuoi pensieri e le sue sensazioni.
- Impara a comprenderla: imparare a riconoscere le situazioni o sensazioni nelle quali emerge. È proprio quando accade, che c’è l’informazione, a che cosa penso? Che cosa provo? Qui come mi sento?
- Impara a gestirla: per farlo dovrai temporeggiare e imparare che l’ansia passa, dura qualche secondo fino ad un massimo di qualche minuto. Più la reprimi e più lei si farà sentire. È come se tu potessi imparare ad accettarla per qualche minuto della tua vita, e vedrai che passo dopo passo lei si farà meno presente e tu ci farai meno caso.
- Impara ad agire: spesso chi vive ansia nelle relazioni, la vive anche perché si trova in una situazione di “stallo” e blocco. Agire, cambiare, affrontare sarà il passo successivo alla gestione, ma a volte anche quello necessario al cambiamento. Ad esempio, se vivi in un legame di coppia insoddisfacente o in una situazione affettiva non chiara, quello che succede è che pensare di non chiedere o non affrontare, aiuti a fermare possibili evoluzioni relazionali negative, ma questo aumenta l’ansia e la sensazione di impotenza.
- Impara a comunicare: tanto di quello che non comunichi diventa ipoteticamente ansia ed è per questo che la comunicazione può diventare una buona strada per il superamento dell’ansia. Ad esempio, se pensi che dovresti affrontare una tematica di relazione e la eviti, quanto tempo passerai a pensare a quel momento? Meglio comunicare ed affrontare, che evitare e subire.
Ecco, questi sono alcuni passi che puoi tenere a mente per imparare a vivere l’ansia nelle relazioni senza esserne in trappola. Inoltre, ricorda, che spesso gestire l’ansia non è qualcosa che puoi imparare nella teoria, è importante che ci sia la pratica e anche l’accompagnamento della psicoterapia. È bello poter vivere il più serenamente possibile una relazione, a prescindere dalla sua natura, e potresti pensare di poter iniziare ora a farlo. Come? Aumenta la consapevolezza e scegli di cambiare ciò che sei stanco o stanca di aspettare.
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Gent. ma Dott.ssa,
Leggendo su internet forum e domande varie, mi sono imbattuto in questa sua pagina. Io sono Luca, un ragazzo di 31 anni purtroppo preso da questo “problema” già da tempo. Problema che si manifesta in occasioni di frequentazioni con donne, come esattamente sta accadendo in questi giorni e come è accaduto in passato. Chiusura dello stomaco e nausea sono le principali conseguenze di un incontro, l’assenza o anche semplicemente di una chiamata o messaggio. Certo, può essere più o meno forte a seconda della situazione che si viene poi a creare, ma non riesco purtroppo a gestire risolvere. Di conseguenza, non riesco a continuare e portare avanti ogni singola relazione.
La ringrazio per l’attenzione,
Saluti.
LUca buongiorno,
se vuole possiamo prenderci un’appuntamento per iniziare un percorso di psicoterapia. Le lascio anche il contatto 349.7867274
Lisa Sartori