“La cosa più importante che i genitori possono insegnare ai loro figli è come andare avanti senza di loro.” (Frank A. Clark)
La dipendenza da sostanze quando arriva alla porta di casa non bussa per entrare e non chiede il permesso, non entra in punta di piedi e non si accomoda silenziosamente. Al contrario entra con irruenza, inizialmente senza farsi sentire ma pronta ad esplodere come un vulcano, come un onda che precede lo tsunami includendo l’intero nucleo familiare. Ecco che il figlio, con la dipendenza tiene apparentemente in scacco la famiglia, fratelli e sorelle incluse: tutte le attenzioni si riversano, soprattutto da parte dei genitori, al controllo del figlio dipendente che a volte include anche la famiglia allargata. Lottare contro le sostanze diventa una battaglia familiare e ciò che accade è che si perde di vista la persona, con le sue fragilità e con le sue difficoltà in nome della lotta alla sostanza.
Dalla mia esperienza clinica con le dipendenze mi sento di condividere alcune riflessioni sull’importanza del ruolo genitoriale nel processo di guarigione dalla dipendenza sottolineando come siano proprio i genitori, nella maggioranza dei casi, ad essere una risorsa indispensabile per il trattamento efficace. Nell’ottica sistemica relazionale ogni sintomo, dipendenza inclusa, assume un significato decisivo ed importante in ottica familiare: con la sostanza vi sono degli effetti evidenti al nucleo familiare, ci sarà chi si preoccupa maggiormente, chi meno, chi era distante o indaffarato e che ora interrompe ciò che fino a poco prima faceva per dedicarsi totalmente al figlio dipendente, genitori in conflitto che smettono di litigare perché presi da altro e fratelli che si fanno da parte o fungono da sostegno. Ho avuto modo di ascoltare storie di genitori smarriti, increduli, arrabbiati, sconcertati ed anche rassegnati al destino del proprio figlio, disarmati perché non informati sulle sostanze e sulla dipendenza, così come sulle modalità di intervento necessari ed efficaci.
Di seguito tratterò alcuni passi fondamenti per entrare in comunicazione con un figlio dipendente da sostanze e poter gettare le basi per un intervento di cura efficace:
- non giudicate ma ascoltate, sotto gli abiti del dipendente vi è un figlio fragile, esposto a traumi e in una fase di difficoltà;
- le sostanze assumono il ruolo di portatori di informazioni ( a prescindere dal tipo di sostanza) ci dicono che qualcosa non funziona e che ciò che forse funzionava un tempo ora non è più adatto al benessere dei figli;
- il gruppo dei pari ha una sua fondamentale importanza e non è del tutto negativo, anzi, diventa il luogo per eccellenza di crescita e messa in discussione dei figli. La scelta rispetto alle amicizie o ai bisogni sociali nasce sempre all’interno del nucleo familiare ed è importante educare i figli alla costruzione di relazioni sane ed efficaci così da consentirgli di avere strumenti di orientamento nel mondo delle relazioni;
- i limiti e le regole familiari sono importanti e necessari laddove però essi sono frutto di un accordo genitoriale educativo e non frutto di spinte individuali e di conflitto genitoriale;
- rendetevi disponibile per interventi familiari: la terapia familiare è la più indicata per il trattamento delle dipendenze e questo per diversi motivi: per prima cosa spesso i figli sono restii ad andare da uno psicoterapeuta o, nel caso di una dipendenza avanzata, il primo intervento richiesto sarà quello farmacologico che potrà fornire il serD, ed inoltre l’intervento familiare consente a tutti di dare un contributo al processo di guarigione entrando in una dimensione di ascolto e confronto tra punti di vista e aspettative così come possibili soluzioni; il sostegno genitoriale in questi casi è importante e può essere affiancato alla terapia individuale del figlio, oltre alla terapia familiare.
Questi sono alcuni punti chiavi per la gestione e il possibile intervento della dipendenza da sostanze e quello che è importante è entrare in una dimensione di cura e aiuto piuttosto che di colpa e giudizio. La dipendenza assume, a livello psicologico e psicoterapeutico, un senso così come ansia, depressione, disturbi alimentari pur mettendo in gioco differenti aspetti sia morali, che socio culturali. I genitori diventano il punto di svolta alla dipendenza e, più l’intervento di aiuto e cura inizia in età precoce o ai primi segnali, più i risultati saranno migliori.
Dott.ssa Lisa Sartori, Psicologa e Psicoterapeuta sistemica – relazionale.