La vita di coppia è spesso travagliata, altalenante e messa a dura prova dalle sfide evolutive. Cambiamenti, lavoro, trasferimenti, figli e genitori sono solo alcuni di questi possibili cambiamenti che mettono la coppia di fronte alla necessità di riorganizzarsi o, quantomeno, di adattarsi.
In questo articolo tratterò alcuni aspetti collegati alle relazioni tossiche e all’impossibilità di “interrompere” il legame, vissuto come esclusivo e quasi di possesso.
Quello che accade in queste relazioni è che l‘altro non viene visto per ciò che è. L’altro viene piuttosto vissuto solo in funzione alla realizzazione del proprio sé.
Quando viene minacciato l’abbandono, la persona che nella coppia vive la relazione con più dipendenza, sarà messa a dura prova. Questo sia nel reagire ai conflitti, sia nel riuscire a risolverli.
La fine di un rapporto, invece, non deve essere vista sempre come negativa. A livello evolutivo può essere infatti anche fonte di benessere, nel momento in cui riusciamo ad accettare che è venuto meno il tempo per lo stare in coppia e che entrambi i partner sono sono liberi di ricostruirsi una vita.
Nonostante questa riflessione, la fine di un rapporto viene spesso vissuta come una sorta di “lutto“, come un fallimento del proprio progetto di vita.
Quando ci troviamo di fronte a coppie che, nonostante siano oggettivamente giunte al “capolinea”, continuano la loro relazione in modo indissolubile, possiamo parlare di “legame disperante“.
Questo tipo di legame impedisce, di fatto, alla coppia di giungere ad una fine.
Nonostante in molti casi vi sia di mezzo una separazione o un divorzio, quello che accade nei “legami disperanti” è che non si riesce a mettere in campo anche il necessario “divorzio emotivo“. L’ex coniuge, infatti, continua a riemergere nel corso del tempo e viene mantenuto/a in vita da costanti conflitti e ricorsi legali e giudiziari.
Spesso in questo legame vi sono nel mezzo dei figli che, di certo, non trascorrono del tempo sereno dentro le mura domestiche. Questo proprio a causa della difficoltà genitoriale nel mettere limiti e confini ai propri litigi chiedono, sia direttamente che implicitamente ai figli, di schierarsi dalla parte di uno dei due genitori.
Sicuramente non vi è mai l’intendo di far del male ai propri figli ma, così facendo, il genitore lo sta di fatto danneggiando giorno dopo giorno.
In questo contesto i figli diventano spesso i “sostenitori” o i “postini” della coppia, con il rischio, a loro volta, di ripercussioni anche nella propria vita relazionale.
Non meno importante riveste il ruolo della famiglia d’origine, la quale in questo legame spesso ha avuto un ruolo decisivo: sono infatti famiglie invischianti e che tendono a considerare i figli (ovvero i membri della coppia) ancora troppo figli propri.
Cosa caratterizza un legame disperante?
• Impossibilità ad accedere al divorzio emotivo
• Essere intrappolati nel legame anche a distanza di anni
• Affidarsi alle vie legali Difficoltà a ricostruirsi una vita
• Rabbia e frustrazione anche a lungo
Cosa ci vuole per costruire una sana separazione?
Per giungere ad una sana separazione è fondamentale la capacità di negoziare il conflitto, la capacità di fare un passo indietro e di giungere ad una sorta di “resa”. Queste capacità dipendono da molti aspetti tra cui:
• le caratteristiche personali e la capacità introspettiva del singolo partner;
• la capacità di mettere dei confini familiari che tutelino la coppia anche nel momento della separazione e che consentano di mantenere lontana la famiglia d’origine in questa scelta;
• la capacità di realizzazione personale e l’autostima;
• i miti familiari e i valori.
Non è facile mettere da parte sentimenti, emozioni, frustrazioni legati al fallimento del legame di coppia. Grazie ad una psicoterapia di coppia, però, si può lavorare per giungere a tale decisione con un maggior livello di consapevolezza.
Come dico spesso: quando si intraprende un percorso di psicoterapia di coppia, la separazione è una delle opzioni possibili e non l’unica. Sta poi alla coppia la facoltà di valutare quella più fattibile.