
Fantasticare o vivere le relazioni: la scelta è tua.
Quante volte ci siamo domandati se una relazione nascerà o no? Andiamo alla scoperta delle domande giuste da porsi e come affrontare nuove relazioni

5 modi per gestire l’ansia da relazione
Vivere relazioni affettive è un tassello importante della vita, non tutti però si approcciano alle relazioni con serenità e leggerezza. Ecco 5 consigli per gestire l’ansia da relazione

5 passi per costruire relazioni efficaci
Ecco alcuni suggerimenti pratici per costruire relazioni efficaci

5 caratteristiche di una “relazione sana”
Sai davvero riconoscere una relazione sana? Ecco alcuni consigli e segnali a cui fare attenzione per migliorare le tue relazioni

A natale puoi…
Il Natale è quel periodo dell’anno dove ci si aspetta magia, felicità e gioia condivisa da parte di tutti. Sappiamo però perfettamente che non sempre è così. Il Natale può avere un sapore aspro e difficile da digerire, soprattutto quando si vive in contesti familiari e relazionali non semplici e felici.
In questo articolo voglio trasmetterti un semplice messaggio: puoi decidere di mettere un punto con il passato! Quale occasione migliore per farlo delle festività natalizie?!
Si avvicinano le feste natalizie e arrivano le grandi riunioni familiari. Se per molti il Natale è un momento di felicità e serenità, per altri, invece, le festività natalizie sono la scintilla che fa scoppiare alcuni conflitti familiari. Parenti che non vanno d’accordo, coppie che scoppiano e persone care che non ci sono più sono solo alcune delle situazioni che portano allo scontro.
Cosa succede a Natale nelle relazioni?
Le relazioni, soprattutto familiari, possono danneggiare l’idea che hai di te e renderla negativa. Le relazioni, specialmente a Natale, possono però nel contempo aiutare a sviluppare risorse e positività. Per chi come me lavora con le relazioni sa perfettamente che umori negativi, conflitti e aspettative disilluse sono spesso fortemente presenti a sotto Natale.
Ci sono persone, però, per cui questi elementi sono particolarmente presenti. Sto parlando di chi vive in relazioni di coppia non chiare e definite, di chi si separa, di chi vorrebbe affrontare tematiche familiari difficili e ostiche, di chi vorrebbe trascorrere un Natale sereno ma non ci sono le premesse perché ciò sia fattibile…
Nel periodo natalizio è più difficile nascondere la realtà della vita relazionale di ogni individuo perché il Natale è spesso lo specchio proprio di esse.
Come potresti affrontare il Natale?
Il Natale può diventare l’occasione per scegliere quanto tempo dedicare alle sofferenze della vita. Non c’è alcun antidoto contro la sofferenza mentre esiste invece una capacità di gestione emotiva che possiamo sviluppare per vivere al meglio le situazione che desideriamo.
Cosa potresti fare dunque per migliorare il tuo livello di benessere anche in giorni di riunioni familiari?
- decidi che importanza dare alle festività e chiediti che valore hanno per te;
- scegli di mettere il tuo benessere di fronte a tutti e agli altri;
- non sollecitare confronti o conflitti, spesso puoi gestire la conflittualità anche nel restante periodo dell’anno e anche gli altri intorno a te lo vivranno diversamente;
- se anche da piccolo non hai vissuto bene il Natale, non è detto che tu non possa decidere di farlo ora!
Come puoi evitare i conflitti familiari a Natale?
In generale, per evitare i conflitti, è necessario che tutta la famiglia collabori. Cercare di mediare o mettere da parte le tensioni è indispensabile per non rovinarsi le feste. Non esiste la famiglia perfetta: accettate i difetti e concentratevi sulle qualità dei parenti. Non vedeteli come nemici.
- Evita temi che potrebbero causare il conflitto. Meglio lasciare da parte politica e religione o altri temi che possano creare opinioni molto discordanti, ad altri momenti dell’anno.
- Se due membri della famiglia non vanno d’accordo è preferibile che siano seduti lontani. La vicinanza, infatti, non farà altro che fomentare le discussioni.
- Per non perdere il controllo, meglio evitare di esagerare con gli alcolici. Bere qualche bicchiere di troppo, infatti, potrebbe aiutare a scatenare i litigi.
Alla fine abbiamo tutti bisogno di amore e di affetto e chi non lo ha ricevuto abbastanza fin da piccolo, o ha vissuto invece situazioni complicate, sarà probabilmente più propenso a vivere momenti di negatività in questa festività o ad anticipare il timore che la negatività si presenti. Dimenticando però che è proprio questo atteggiamento che aumenta il livello di stress percepito.
Puoi decider come vivere queste festività e mettere in primis te stesso o te stessa! Se non hai mai festeggiato in maniera serena, puoi sempre decidere d’iniziare ora! Il passato non si cambia, ma si affronta il presente e si costruisce il futuro.
Decidi di mettere in pausa la sofferenza. Vivi positivamente le feste: può aiutarti!

Come si sceglie il proprio partner
In questo articolo ti spiegherò come avviene una scelta affettiva di coppia e su che basi si sviluppa.
La relazione familiare e la sua storia sono di certo fondamentali per comprendere ciò che ci orienta alla scelta del partner.
La famiglia ha un ruolo decisivo nella ricerca dell’altro, infatti si dice che “cerchiamo qualcuno che sia utile a definire i nostri rapporti con la famiglia d’origine” e questo ci dice quanto sia importante la relazione familiare nella costruzione del nostro futuro.
Più essa è positiva, maggiormente facilitato/a sarai nelle relazioni. Più è complessa e non risolta più ti vincola. Oltre a questo aspetto la consapevolezza è ciò che fa sempre la differenza. Essere consapevoli della storia di vita può aiutare a cambiare, a migliorare e a decidere che tipo di relazioni vuoi costruire.
Cosa ci orienta nella scelta del partner?
Bisogni, desideri e idee che abbiamo su come dovrebbe essere la relazione di coppia: questi sono alcuni degli ingredienti che ci orientano nella scelta di una persona. Ciò che unisce due persone a livello psicologico e relazionale viene detto “patto di coppia” e si forma sulla base di desideri, bisogni o paure che rimandano alle esperienze affettive passate e spesso non risolte.
Ti aspetti di trovare conforto fuori dalla relazione quando il conforto è dentro di te e spesso nella comprensione della tua storia. In particolare, si dice che puoi scegliere qualcuno al fine di rivendicare una tua storia familiare.
Premessa questa spiegazione, credo sia ora più intuitivo il ruolo della storia familiare e la sua importanza: soprattutto diventa utile comprenderla, narrarla e superarla per aiutarti ad essere libero di ricercare ciò che vuoi nelle relazioni.
Tutte le coppie sottoscrivono un contratto la cui caratteristica principale è quella di assomigliare ad un iceberg: la parte emersa è costituita da regole esplicite e accordi consapevoli, mentre la parte sommersa è costituita dai vincoli non consapevoli di natura affettivo–emotiva, relativa all’attesa di ognuno dei partner nell’altro, andando a determinare l’illusione.
La scelta del partner
Quello che le persone non sanno è che le modalità che spingono le persone a intraprendere una relazione sono di due tipi e partono dalla famiglia d’origine che, in questo processo relazionale, funge da faro:
• Uguaglianza: ovvero replicando un modello famigliare che è stato vissuto come positivo e da ricercare;
• Compensazione/Rivendicazione: cercando di superare le ferite e le difficoltà avute nella mia famiglia d’origine attraverso la persona che mi sceglierò.
È visibile nell’immediato cosa accade nei diversi casi e come la famiglia sia una bussola per orientarci nelle nostre relazioni affettive. Non ne siamo però consapevoli se non si fa un lavoro specifico e di presa di consapevolezza.
È proprio alla luce di quello che non sappiamo che l’altro si aspetta e di cui spesso neanche lui ha consapevolezza, che arrivano conflitti e litigi o delusione. Tuttavia, se da una parte le coppie sperimentano nuovi contratti relazionali come ai giorni d’oggi, le idee delle famiglie d’origine e della società in generale intorno ai ruoli, ai diritti e responsabilità della moglie e del marito, del padre e della madre, esercitano una influenza molto potente sui contratti e sui modelli interattivi che evolvono nel corso del ciclo vitale della coppia.
Quando la scelta del partner risulta sbagliata?
Ovviamente la scelta può risultare anche non quella giusta, magari non nell’immediato. Questo non vuol dire che ci sia qualcosa di sbagliato nel rapporto ma che i bisogni che hanno orientato la scelta possono essere cambiati, superati e arrivati di nuovi.
Ecco perchè è importante essere flessibili, comunicare e ascoltare nella relazione affettiva dal momento che questi sono gli ingredienti per relazioni sane.
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Costruire relazioni efficaci in 5 passi
Essere efficaci nelle relazioni significa raggiungere il proprio obiettivo in termini di soddisfazione dei bisogni e desideri. Ma quanti di noi sanno effettivamente li conoscono?
Sembra una risposta banale, ma per chi come me lavora con le persone si accorge sempre di più della difficoltà ad identificare i propri bisogni e a dar loro voce. Infatti conoscere se stessi è il primo passo per costruire relazioni efficaci; se sai di cosa hai bisogno sarà più facile per te raggiungere tale scopo o obiettivo. Le relazioni occupano la maggior parte dei contesi di vita sia sociali, che familiari e lavorativi e, se non vi è un benessere psicologico, la qualità della vita peggiora.
“Di relazioni ci si ammala ma di relazioni si guarisce”
Patrizia Adami Rock
Conflitti lavorativi o amicali, litigate di coppia, aspettative non realizzate e delusioni amicali o affettive possono spesso nuocere alla salute psicologica, portando la persona ad avere anche delle difficoltà.
Ma perché le relazioni sono così importanti?
L’essere umano è un animale sociale e sperimenta continuamente relazioni interpersonali nei vari contesti in cui si trova (famiglia, scuola, lavoro, amicizia ecc.).
Essere consapevoli delle proprie abilità nelle relazioni ci permette di potere esprimere le potenzialità per raggiungere una migliore salute sociale.
Sentirsi liberi di esprimere il proprio punto di vista con un amico o con un familiare piuttosto che essere sinceramente interessati a comprendere le istanze altrui anche se divergenti, senza per questo entrare in conflitto, sono abilità che generano relazioni autentiche e alimentano la fiducia in se stessi e negli altri.
Se pensiamo ai sintomi che possono presentarsi nella vita come depressione, ansia, fobie, dipendenze, panico… molte di esse hanno origine spesso da relazioni, dalla famiglia d’origine e dai ruoli che tutti i giorni rivestiamo.
Cosa significa costruire relazioni efficaci?
Per avere buone relazioni è importante avere buoni confini con l’altro, cioè una buona consapevolezza di se stessi e dell’altro in modo da distinguere
- i propri bisogni
- le proprie emozioni
- i propri pensieri
da quelli dell’altro.
Essere capaci di avere relazioni efficaci significa:
- creare e mantenere relazioni importanti, ma anche essere in grado di interrompere relazioni inadeguate
- essere assertivi, cioè capaci di affermare se stessi, dichiarare i propri bisogni e le proprie opinioni nel rispetto degli altri, delle loro idee e dei loro bisogni, senza prevaricazioni o sottomissioni
- saper scegliere e/o creare relazioni in cui ci siano diritti e doveri ma in termini di reciprocità;
Come imparare a costruire relazioni efficaci?
per imparare nella vita a costruire relazioni efficaci è importante lavorare su alcuni aspetti:
- migliora la consapevolezza di te: inizia a porti domande come “che cosa penso, provo e sento”, vedrai che ti aiuteranno a capire anche cosa ti serve e che cosa ti suscitano alcune situazioni o relazioni;
- aumenta la comunicazione: per riuscire a stare in relazioni in maniera sana una certa quantità di comunicazione efficace è importante. Diventerà indispensabile per te riuscire a comunicare come ti senti, che cosa provi e cosa desideri. Solo così metterai l’altro nella possibilità di conoscere veramente chi sei;
- impara a dire NO; nella vita è più facile dire si piuttosto che no. Perché il primo è accondiscendente il secondo pone un limite, ed è spesso evitato o temuto soprattutto per gli effetti che potrebbe generare. Invece le relazioni funzionano meglio se la persona impara a dire no quando ovviamente è necessario e per rispettare anche alcuni bisogni individuali;
- ascolta senza giudizio te stesso e focalizza i tuoi bisogni;
- chiudi quando la relazione è dannosa o tossica.

5 segnali essenziali per investire in una relazione di coppia
Vivere relazioni efficaci di coppia ha degli effetti decisamente importanti per la vita di ogni persona: migliora la qualità della vita e rende più efficace anche la gestione del tempo libero e quotidiano.
Troppo spesso ascolto storie di persone che non vivono relazioni sane, con una dubbia idea di sé e con l’autostima che viene costantemente minata. Sicuramente ci sono anche storie, per fortuna, di relazioni sane e che aiutano a rendere la vita decisamente migliore.
Come mai le relazioni sono così importanti?
- Non siamo delle isole, per quanto a volte alcune persone lo possano desiderare, il più delle volte l’isolamento è una risposta alla delusione o alla paura della sofferenza relazionale. L’essere umano è un animale sociale e per questa ragione ha bisogno di comunicare con i propri simili. È nella nostra indole il ricercare il contatto sociale, il vivere con i nostri simili e il condividere con loro le nostre azioni ed emozioni.
- Il senso del sé dipende anche dalle relazioni. Infatti, quando siamo piccoli le relazioni con i nostri genitori sono le prime esperienze sociali e affettive che, se funzionano sufficientemente bene, ci assicureranno una solidità relazionale nella vita affettiva.
- L’identità ha bisogno di relazioni. Amicizie, sia infantili che adulte, ci aiutano a costruire la nostra identità attraverso la somiglianza e la differenza: ecco perché anche le relazioni tra pari sono fondamentali.
Come iniziano le relazioni per noi importanti?
-VICINANZA: ci piacciono le persone più vicine a noi. La vicinanza accende la simpatia e l’attesa di incontrare qualcuno la aumenta, perché le nostre vite sono piene di persone con cui abbiamo bisogno di un’interazione continua.
-SOMIGLIANZA: ci piacciono coloro che sono simili a noi. Essa determina la piacevolezza delle persone e qualcuno agisce come noi, ci piace.
–RECIPROCITA’: ci piacciono coloro a cui piacciamo. La simpatia di solito deve essere reciproca. L’impegno della relazione deve essere preso da entrambe le parti, funziona solo se le persone si riconoscono. Quest’ultima regola, in particolare, non vale solo per le relazioni affettiva ma anche per quelle amorose. Per poter costruire una relazioni amorosa è importante che vi sia l’impegno nel costruire qualcosa di futuro. Troppo spesso , oggi, ci si trova a vivere relazioni disimpegnate ovvero relazioni dove il tipico progetto “NOI” fatica ad avviarsi.
Quali sono i segnali che ti indicano se è sano o meno investire in una specifica relazione?
- Reciprocità: una relazione per essere sana , anche all’inizio, necessità di tale caratteristica. La reciprocità ti aiuterà a sentirti in sintonia con l’altro, a sentirti in connessione e intimità. Senza questo aspetto sarai probabilmente tu a trascinare la relazione ed a investirci. Non potresti però trovare di peggio: un conto è buttarsi in una relazione e poi magari scoprire che non ha funzionato. Altro contro è il trovarsi da soli in una presunta relazione di coppia.
- Rispetto: senza di esso non può esserci una relazione. Prima, però, di poter pretendere del rispetto è necessario che tu stessa impari a rispettarti e l’esempio migliore del rispetto per te stessa è la scelta delle persone di cui ti circondi.
- Comunicazione: senza comunicazione non c’è alcun tipo di relazione. Si dice che è impossibile non comunicare: se non comunichiamo a parole comunica infatti per noi il nostro corpo. Un rapporto per essere produttivo e fruttuoso necessita di condivisione e comunicazione: è facile sorvolare su questi aspetti nelle prime fasi di un rapporto ma facendolo si può minare il successo stesso della relazione sul lungo periodo.
- Intimità: ci possono essere diverse forme di intimità, tante quante sono le aree importanti di vita affettiva (sessuale , intellettiva, fisica ecc…). Essere intimi significa, in linea generale, essere intimi a tal punto da poter condividere diversi aspetti della propria quotidianità. L’intimità viene spesso scambiata per sessualità ma sono due cose ben diverse e sono entrambe necessarie per un rapporto sano e soddisfacente.
- Impegno: senza di esso di che relazione potremmo mai parlare?! Non volersi impegnare in una relazione o nelle relazioni vuol dire farsi esclusivamente trascinare dagli eventi finché tutto va bene. Ma non sempre possiamo semplicemente osservare solo le cose che succedono da sole. Perchè una coppia funzioni viene richiesto implicitamente una certa dose di sano impegno, quell’impegno che ti sprona per te e per l’altro, che ti spinge a ricercare soluzioni anziché a lasciare la relazione al primo momento di crisi.
Occorre precisare che non esiste una “ricetta unica” per un sano rapporto di coppia, dal momento che ogni rapporto assume caratteristiche ben precise in base alla personalità dei due partner, tuttavia è possibile individuare tre elementi fondamentali per il benessere di una coppia:
Attrazione: è praticamente la base della vita in coppia, in quanto aiuta ad accrescere l’intesa e la complicità tra i partner.
Empatia: che consente di vedere ogni cosa dalla propria ottica e dall’ottica dell’altro, e permette quindi di agire sapendo sempre cosa all’altro è gradito e cosa invece è sgradito.
Impegno: l’ultimo di questa lista ma il più importante ed indispensabile, anche per aiutarti a capire se è giusto continuare ad investire o meno nella relazione.
Solo tu puoi sapere come ti fa SENTIRE un rapporto e solo tu puoi scegliere se investirci o meno. In questo articolo ho però cercato di aiutarti ad individuare alcuni aspetti indispensabili che non possono non esserci e che, se presenti nella relazione, ti aiuteranno a vivere con maggiore serenità il tuo legame.
Se desideri maggiori informazioni o se vuoi fissare un appuntamento per migliorare alcuni aspetti di te o della tua coppia coppia, compila il form qui sotto:

Amicizia e dipendenza affettiva
L’amicizia è un rapporto affettivo e come tale si basa su credenze, scale di valori e bisogni affettivi che spesso riguardano il mondo affettivo individuale e familiare. L’amicizia non richiede costanza e continuità: si può non vedere un amico per mesi o per anni e ritrovarlo, da un giorno all’altro, senza che nulla sia cambiato. Le emozioni e la complicità restano infatti intatte. E’ un rapporto importante e, soprattutto nell’età adolescenziale, diventa una vera e propria esperienza relazionale sostitutiva alla famiglia.
L’amicizia risponde a bisogni complementari a quelli di un rapporto d’amore: con l’amico si può parlare di cose che il partner non capirebbe (i pettegolezzi e le confidenze femminili, la goliardia e il parlare di sport tra uomini). L’amicizia vive libera da obblighi e richieste, prescinde dal progetto, non ha futuro ma solo passato e presente.
Il dipendente affettivo nell’amicizia
Il dipendente affettivo ha bisogno costante di conferme e come tale nelle relazioni tende ad essere molto attento a compiacere l’altro. In particolare la dipendenza affettiva ha alla base una forte insicurezza legata alle figure infantili di attaccamento. Nel legame di amicizia il dipendente affettivo ricerca una costante conferma di sè e basa la propria autostima sulla conferma dell’altro. Come l’amore, anche l’amicizia per essere “vera” e fonte di benessere deve essere fondata sulla cooperazione e la reciprocità tra due persone in grado di mantenere la loro autonomia, nonostante un certo grado di reciproco bisogno. Ma il dipendente non riesce a vivere senza l’altro soprattutto al fine di confermare di “essere voluto” e “accettato”. Al fine di essere amato il Dipendente Affettivo si dimentica di sè stesso, mette l’amico o l’amica nel piedistallo e fa di tutto pur di conquistare la loro attenzione, li colma di attenzioni, acconsente a quasi tutte le loro richieste.
Alcuni aspetti che caratterizzano il dipendente affettivo nella relazione amicale sono:
- Gelosia
- Ossessione
- Esclusività
Quindi il dipendente affettivo è l’amico che non ha orari, è iper presente e senza confini per sè.
Anche nell’amicizia, vive relazioni asimmetriche, in cui relega sé stesso in secondo piano e impiega tutte le energie per compiacere gli amici, provvedere ai loro bisogni e guadagnarsi la loro fedeltà. Accoglie quasi tutte le loro richieste, uscendo anche quando non ne ha voglia e mettendo l’altro di fronte a sè.
Come una relazione di dipendenza differisce da un sana amicizia?
Un rapporto sano di amicizia è spontaneo e generoso. Entrambi gli amici sono desiderosi di comprendere l’altro e di riconoscerne la piena indipendenza ed autonomia. Si ha il desiderio di vedere il nostro amico raggiungere il suo pieno potenziale, lo sviluppo di nuovi interessi e competenze. Un rapporto di dipendenza è invece bloccato e possessivo, creando stagnazione reciproca e limitando la crescita personale dell’altro.
Il fattore che contraddistingue un rapporto sano è la “reciprocità” in qualsiasi tipo di legame. Ciò che purtroppo accade nella dipendenza affettiva è che tale aspetto non c’è. Il dipendente sarebbe capace di fare di tutto pur di non perdere il legame, anche venendo meno a se stesso.
Come uscire dalla dipendenza affettiva nell’amicizia?
Il dipendente affettivo non è felice nelle relazioni affettive e spesso crede di non meritare la felicità, motivo per cui si accontenta. Come puoi intuire da queste parole per uscire dalla dipendenza affettiva è importante partire da sé e da migliorare aspetti che riguardano la propria autostima e la propria storia di vita, soprattutto relazionale.
Se senti di vivere in una relazione che non ti soddisfa, chiamami al 349.7867274 o inviami un messaggio qui sotto:

Dipendenza sana e patologica: come distinguerle nella relazione
Dottoressa ma quella che sto vivendo nella mia relazione è una dipendenza sana o una dipendenza sbagliata?
Questa è la domanda che più spesso mi viene fatta in terapia e che mi ha spinto oggi a scegliere di parlare di questo argomento. La dipendenza patologica, ahimè, può nuocere alla persona: ecco perché è importante distinguere la dipendenza sana dalla dipendenza affettiva così come imparare ad accettare anche un certo livello di dipendenza “sana” in un rapporto affettivo.
La dipendenza nelle relazioni
A “dipendere” lo impariamo a fare fin da piccolissimi. Siamo dipendenti, ad esempio, dalla la figura primaria genitoriale perché da bambini necessitiamo di cura e di nutrizione. Questa fase di “dipendenza” è indispensabile per lo sviluppo della nostra “base sicura” ed è proprio questa dipendenza che ci consentirà gradualmente di sviluppare una sana e futura indipendenza. Ecco perché le relazioni primarie sono importanti: condizionano infatti il nostro futuro.
Cosa succede se non siamo in grado di sviluppare l’indipendenza?
In questo caso, sicuramente, la persona svilupperà sintomi quali ansia, paura dell’abbandono, instabilità emotiva nel momento in cui il processo di separazione non è accompagnato da una base sicura… come se da un momento all’altro si potesse essere soli, abbandonati o fare qualcosa di sbagliato. Nella vita ovviamente questo può alimentare relazioni instabili con la ricerca di una dipendenza compensatoria.
Quali differenze tra una dipendenza sana e una patologica?
- La dipendenza sana è il naturale desiderio di poter contare sull’altro, è consapevole, basata sulla fiducia e sul desiderio di condividere e costruire con l’altro. Il rapporto con il partner accresce le proprie potenzialità e lo sviluppo della persona. L’eventuale rottura di una relazione è tollerata e non da vita a reazioni patologiche (depressione, ansia, angoscia, altri comportamenti di dipendenza).
- La dipendenza patologica è una dipendenza assoluta basata sulla sfiducia, sul controllo e sul costante bisogno dell’altro per “sentire di esistere”. Il rapporto con il partner non permette la crescita limitando le potenzialità. La rottura non è tollerata poiché l’assenza dell’altro riconduce al vuoto interiore, dando vita a reazioni patologiche.
Il concetto di dipendenza si colloca su un continuum che partendo dalla dipendenza sana, capace di favorire la crescita, può culminare nella dipendenza patologica che impedisce lo sviluppo della persona.
Esiste una dipendenza sana nelle relazioni?
Certo che si. Una relazione affettiva ma soprattutto amorosa necessita di un certo quantitativo di dipendenza che si caratterizza da sentimenti corrisposti ed equilibrati. Questa dipendenza è del tutto naturale e non viene spesso sentita o vissuta proprio per la sua naturalezza. Si sente di essere reciprocamente attenti alla relazione, di costruire un noi di coppia e di desiderare di condividere con l’altro. A differenza dalla “dipendenza patologica”, in questo caso la dipendenza è naturale e nasce nella relazione senza pensarci. Per coloro che dipendono in maniera totalitaria e malsana sarà impossibile pensare di non dipendere dall’altro e saranno quotidiani i tentativi di dipendere sempre di più a tal punto da rinunciare a se stessi per avere l’altro con sé e questo spesso non sarà corrisposto.
Ricordati che la dipendenza affettiva è una forma patologica di relazione e che dipendenti affettivi non si nasce, ma si diventa. Come? Attraverso la ricerca costante e assidua di un posto sicuro che “ripari” le proprie esperienze relazionali con i nostri genitori.
Se senti di voler migliorare la tua relazione o vuoi liberarti dalla dipendenza affettiva, compila il form qui sotto e contattami!