L’adolescente, e il suo desiderio di essere contemporaneamente come tutti gli altri e come nessun altro.
(Jacques Drillon)
L’adolescenza è una fase di sviluppo indispensabile al fine di raggiungere alcune tappe evolutive importanti come il passaggio alla fase adulta, la costruzione dell’identità e lo svincolo dalla famiglia d’origine. Ciò che accade in tale fase di vita ( 14-18 anni) è che spesso il gruppo dei pari diventa un gruppo di riferimento per l’adolescente che sperimenta nuove situazioni, nuove relazioni e anche nuovi aspetti di sé fino a prima poco conosciuti. E’ un periodo fatto di problematicità e smarrimenti personali, alla ricerca costante e non sempre felice della propria identità personale: senso di smarrimento, vuoto esistenziale, noia, inquietudini e ansie cui non sanno mettere freno sono alcuni aspetti che possono mettere a dura prova.
La paura di non essere all’altezza dei compiti che la famiglia, la scuola e più in generale e la società richiedono loro, la scarsa fiducia nelle proprie competenze personali, la mancanza di autostima e la sensazione di essere incompresi dai genitori, i mutamenti così imprevedibili del loro corpo e le varie sensazioni emotive che li investono giorno dopo giorno, li portano sovente ad isolarsi e chiudersi in se stessi, sfuggendo così non solo al controllo ma soprattutto al sostegno che gli adulti potrebbero dare loro in questa delicata fase della loro vita.
Ecco che può accadere che l’adolescente inizi a fare uso di sostanze (alcol e droghe) oppure sviluppare dipendenze da internet o dai social network che portano l’adolescente a vivere situazioni di marginalità, ritiro scolastico e isolamento sociale. Le sostanze spesso vengono viste come “auto cura” contro i malesseri quotidiani, interiori e relazionali, ma tale uso non si riduce ad una sorta di ” appartenenza al gruppo ” o come ” rito di passaggio” rispetto ai pari ma assume un significato anche all’interno della famiglia d’origine. Inoltre le difficoltà nello svincolo e nel passaggio evolutivo del giovane adolescente non è solo responsabilità del giovane ma è anche un compito che riguarda tutta la famiglia, la quale può agevolare o rendere più difficile il raggiungimento delle tappe evolutive ed emotive.
Cosa accade quando un figlio inizia a fare uso di sostanze nella famiglia?
Per prima cosa con le sostanze l’adolescente “ferma” il tempo familiare e il ciclo di vita della famiglia attirando tutti gli occhi a sé con il proprio comportamento. Spesso accade che la situazione familiare al momento dell’inizio dell’abuso di sostanze posso presentare alcune difficoltà di comunicazione e di condivisione di “regole educative” tra i genitori e alcune difficoltà nelle relazioni.
Quale è lo stile genitoriale più adatto al prevenire l’uso di sostanze?
lo stile genitoriale più adatto è quello autorevole, in cui il genitore riesce a gestire in modo equilibrato il sistema e il clima educativo, in quanto ha un’idea ben radicata delle regole e consente all’adolescente di interiorizzare il significato delle stesse, associando al rispetto della disciplina, uno scambio comunicativo, di vicinanza emotiva e di amore. Questo stile genitoriale, a differenza di quello autoritario o permissivo, consente al ragazzo di sviluppare una struttura psicologia equilibrata e forte, sviluppando una buona fiducia in se stesso e del mondo circostante, un buon livello di autocontrollo e di curiosità verso specifiche attività di carattere positivo. Ovviamente un clima familiare ostile e conflittuale non fornisce un fattore di protezione per il giovane adolescente.
Perché scegliere una psicoterapia ad orientamento sistemico – familiare per trattare la dipendenza da sostanze?
L’ottica sistemica considera l’individuo all’interno delle sue relazioni e dei sistemi per lui significativi e fornisce significato e valenza comunicativa alle diverse difficoltà che possono scaturire nel coro della vita. La terapia familiare è indicata in tale trattamento dal momento che l’impatto che la sostanza assume nella vita del giovane adolescente non è solo incisiva per lui ma anche per l’interno nucleo familiare e aiutando tale nucleo a mettere in campo tutte le risorse a disposizione al fine di attuare un intervento efficace e che consenta di dare voce alla dipendenza e al ruolo che essa assume nella famiglia d’origine. Ciò che capita, infatti, è che se non trattata in giovane età la dipendenza diventa una sorta di legame familiare che consente di mantenere lo status quo della famiglia, con un figlio ancora adolescente (anche se ormai adulto) e genitori che non smetteranno mai di fare i genitori. Lavorare con la famiglia aiuta l’adolescente a sentirsi parte del nucleo familiare e a vivere una dimensione utile e indispensabile di famiglia.
Inoltre la terapia familiare è utile anche in quelle situazioni dove i figli non vogliono o non sentono la necessità di intraprendere un percorso di psicoterapia e la famiglia, in questo caso, può diventare una sorta di aiuto al fine di accedere ad una dimensione di psicoterapia.
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Dott.ssa Lisa Sartori _ Psicologa Psicoterapeuta Sistemica – Familiare.