“Possiamo continuare a fermarci a ciò che eravamo, ma perderemo ciò che siamo ora”
Lisa Sartori
Tutte le coppie si assomigliano per le fasi che devono vivere e superare. La differenza è nel modo in cui la specifica coppia le supera. Ecco perché per superare le avversità attuali presenti nella coppia è utile ricordarsi come mai ci si è scelti e rievocare il passato.
Se parliamo infatti di coppia, parliamo di due persone che “scelgono” di stare insieme e tale momento non è casuale come la maggior parte delle persone ritiene. Al momento della scelta della persona, siamo molto poco consapevoli dei reali bisogni emotivi ed affettivi che ci spingono a scegliere quella persona e, probabilmente, siamo più concentrarti su aspetti concreti e che ci colpiscono nell’immediato.
La scelta
Quello che le persone non sanno è che le modalità che spingono le persone a intraprendere una relazione sono di due tipi e partono dalla famiglia d’origine che, in questo processo relazionale, funge da faro:
Uguaglianza: ovvero replicando un modello famigliare che è stato vissuto come positivo e da ricercare;
Compensazione/Rivendicazione: cerco di superare le ferite e le difficoltà avute nella mia famiglia d’origine attraverso la persona che mi sceglierò.
E’ visibile nell’immediato cosa accade nei diversi casi e come la famiglia sia una bussola per orientarci nelle nostre relazioni affettive. Non ne siamo però consapevoli se non si fa un lavoro specifico e di presa di consapevolezza.
Le fasi della formazione della coppia
La coppia entrerà in una fase di “illusione” detta “innamoramento” nella quale è maggiore il peso dell’aspettativa di quello che è realmente l’altro. E’ la fase delle farfalle, della magia e le coppie ricordano spesso questo periodo come quello positivo, magico e incantato. Quello che pochi però sanno è che non è del tutto reale come visione, proprio per gli aspetti “illusori” che ogni individuo ci mette di suo. Ad esempio se abbiamo bisogno di “attenzione e cura” quello che accadrà sarà che probabilmente vedremo in lui o lei questi aspetti “empatici” ma senza essere certi che lui/lei vorrà mantenere per tutta la vita questo ruolo.
Dopo circa 3 anni (ma anche prima) quello che accade è che la magia inizia a spegnersi e vediamo l’altro per ciò che è, senza molte aspettative e probabilmente non tollerando molte delle sue caratteristiche. E’ il momento della “disillusione”.
Ognuno in questo momento si accorge di chi è l’altro e spesso qui si iniziano a muovere differenti emozioni come rabbia, frustrazione e tristezza, spesso rivolte all’altro perché non è rimasto fedele a quello che era un tempo. E’ qui che si gioca la capacità della coppia di andare avanti, essere flessibile e reinvestire sul NOI. Ci sono coppie che possono fermarsi in questa fase per anni e anni a seguire, senza nessun progresso e solo con litigi. Questa fase è detta “stallo di coppia”.
Si giunge quindi alla terza fase che è la fase detta “accettazione“. E’ una fase che non tutte le coppie riescono a raggiungere. Accettare completamente l’altro per quello che è non è cosa semplice e implica un lavoro individuale che non è scontato.
Come ci aiuta il passato nel superare le difficoltà attuali?
Diverse sono le difficoltà che la coppia incontra, anche in base alla presenza di figli e alle sfide che deve portare avanti. Spesso coppie che resistono ad una situazione non soddisfacente usano la genitorialità come scusa per stare insieme e, al momento dell’uscita dei figli da casa, inizia a diventare sempre più difficile stare in coppia. Ecco che è necessario, per superare le avversità, aiutare la coppia a reinvestire sulla coppia stessa, ridefinendo i motivi per cui si sta insieme.
Il passato ci è di aiuto perché, per abbassare il conflitto in corso, è utile pensare ai buoni motivi per i quali ci siamo scelti un tempo. Tale passaggio è utile che ogni individuo lo porti avanti, anche dentro di sé. Aiuta infatti ad andare oltre il mero aspetto del conflitto ed a prendere consapevolezza che non sia l’altra persona ad esser cambiata ma lo siamo invece noi stessi.
Ad esempio, se cerco in lui/lei un aiuto ed un sostegno è forse perché nel momento della scelta io non ho stima di me. Se nel corso della vita la mia autostima cresce, probabilmente non avrò più bisogno dell’altro ma avrò invece bisogno di una maggiore indipendenza.
Quindi, cosa possiamo fare nel concreto?
- Non rispondere alle emozioni ma temporeggiare;
- Comunicare come ci sentiamo nella relazione;
- Non attaccare o incolpare l’altro per ciò che non dice o non fa;
- Ricordarci come eravamo e come siamo diventati, singolarmente e in coppia;
- Chiedere aiuto ad un terzo (come uno psicoterapeuta) per spezzare circoli viziosi ed entrare nei veri significati delle azioni.
Ricordatevi che la vita evolve, i cambiamenti avvengono e noi non siamo quelli di un tempo. Non possiamo pensare di restare immobili. Anche noi cambiamo, cresciamo e ci trasformiamo.
La differenza è come affrontiamo il cambiamento sia da soli che in coppia.
Possiamo opporci, mettere confini rigidi, vincolarci e entrare in conflitto.
Oppure possiamo accettare, adattarci e vedere cosa possiamo cogliere da ciò che siamo diventati. Ovviamente questo ci mete di fronte al cambiamento relazionale e al fatto che, la coppia, cambia e cresce, necessita di rivedere gli obiettivi e le finalità.
Due innamorati di 20 anni non possono aspettarsi di essere a 50 anni come un tempo. Possono però cercare di amarsi per ciò che sono ora.
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