Se un albero dovesse scrivere la propria autobiografia, questa non sarebbe troppo dissimile da quella di una famiglia umana.
(Kalhil Gibran)
Il termine “terapia familiare” definisce l’ approccio psicoterapeutico finalizzato a modificare le modalità relazionale tra i vari componenti della famiglia con il duplice obiettivo di migliorare il funzionamento della famiglia ed apportare il benessere al singolo individuo, detto paziente designato.
In particolare, vengono analizzate le modalità, spesso nascoste, su cui si basa l’equilibrio di tutto il nucleo, per aiutare i vari membri ad individuarle e prenderne consapevolezza. La terapia familiare si differenzia da quella individuale per la visione di famiglia come “sistema” ovvero di una entità composta da varie parti che interagiscono e lo costituiscono.
Perché scegliere una terapia familiare?
I conflitti che tendono a disgregare il sistema-famiglia danno vita a una tensione emotiva che può assumere le sembianze di un ‘sintomo’ che si manifesta in uno dei membri (il paziente designato), distogliendo l’attenzione dalle difficoltà relazionali. Spostando l’attenzione dal singolo paziente al nucleo familiare si intensificano le possibilità di alimentare una comunicazione funzionale. Spesso le famiglie che hanno un disagio costruiscono degli equilibri su cui basano le dinamiche delle loro relazioni però questi equilibri risultano precari e disfunzionali.
E’ compito del terapeuta aiutare i pazienti a rompere gli equilibri apparentemente funzionale e ricostruirne di nuovi attraverso l’osservazione delle modalità di relazione tra il paziente e la sua famiglia, modificando i modelli disfunzionali presenti nel contesto entro il quale il disagio del paziente è emerso, stimolando le risorse familiari e rafforzando sia il funzionamento individuale sia quello familiare.
Benché essa sia diffusa ed efficace a livello terapeutico esistono ancora molti falsi miti su di essa:
- La terapia familiare costa di più di quella individuale: non è così, in quanto le terapie individuali hanno una cadenza tendenzialmente settimanale mentre quelle familiari mensile;
- La cadenza mensile è troppo poco per un lavoro di psicoterapia: spesso si pensa che un mese di tempo sia troppo, sicuramente i tempi possono essere concordati con la famiglia ma tutto è pensato affinché la famiglia a casa può provare a mettere in pratica quanto acquisito in seduta, attraverso anche l’esecuzione di esercizi e compiti forniti dal terapeuta;
- Il tempo non basta per tutti i membri in quanto dura come la terapia individuale: la terapia familiare può durare da un minimo di 1 ora e mezza a 2 ore;
- Il terapeuta non può avere occhi e orecchie per tutti i membri: il terapeuta sistemico – familiare viene formato per la conduzione della terapia familiare, acquisisce tecniche e strumenti utili tale conduzione. Inoltre a volta vi è la possibilità di una co-terapia con la presenza di due terapeuti che si alternano nella conduzione della seduta.
- Non ci sarà mai una data che andrà bene a tutti i membri: se ci pensate già concordare una data e presentarsi in terapia tutti insieme, per famiglie con difficoltà di comunicazione e con conflitti è già un passo avanti.
Questi falsi miti li ho raccolti da alcune affermazioni sentite nella pratica clinica e che ritengo siano importanti da sfatare per consentire di fare chiarezza sulla terapia familiare in quanto terapia efficace anche nel lungo termine.
Dott.ssa Lisa Sartori –