Fare un errore diverso ogni giorno non è solo accettabile, è la definizione di progresso.
(Robert Brault)
Quante volta capita di voler prendere una decisione, di fare una scelta per sè e sentirsi intrappolati? Spesso è difficile capire da cosa si resta intrappolati e dunque quale sia il senso di libertà possibile che ne deriva dall’uscirne.
Il sistema familiare è il sistema per eccellenza nel quale sperimentiamo le relazioni e i livelli di comunicazione , di conferma o meno del nostro valore. Si dice che dalla famiglia si esce con un idea di sè che può incidere su come ci vediamo, veniamo visti e ci posizioniamo nei vari contesti.
Nel processo decisionale inteso in maniera razionale come fa Newnan (1991), si parla di procedimenti attraverso i quali ci si può avvicinare a definire quale sia la scelta migliore:
- Identificare il problema
- Definire gli obiettivi
- Raccogliere i dati pertinenti
- Identificare le alternative praticabili
- Selezionare il criterio per valutare l’alternativa migliore
- Costruire il modello (stabilire le relazioni tra l’obiettivo, le alternative, i dati raccolti, e il criterio di valutazione)
- Stimare i risultati previsti di ciascuna alternativa
- Scegliere l’alternativa migliore con riferimento all’obiettivo dato
Oltre a tali procedimenti dobbiamo considerare l’incertezza presente nel processo decisionale e spesso dietro di essa si nasconde la paura di sbagliare e di soffrire. Un pò come accade nel paradosso dell’ “asino di Buridano”, il quale passeggiando su un prato ad un certo punto si imbattè in due bei mucchi di fieno entrambi ugualmente invitanti e non riuscendo a decidersi, passarono minuti, ore, giorni fino a quando l’asino morì di fame. Per uscire da tale dilemma dobbiamo ricordare che gli esiti e la loro previsione assoluta sono difficili da ottenere ma ci si può avvinìcinare, attraverso una attenta valutazione delle varie componenti del processo.
Oltre a tale visione razionale esiste una componente relazionale più faticosa da individuare e da gestire perchè legata ad esperienze del contesto familiare di origine e ad emozioni ad esse associate. Si può parlare di sistemi familiari che permettono di errare e altri che lo rendono più difficile; questo perchè dipende dai miti che prendono vito al loro interno e che si tramandono di generazione in generazione. Ad esempio famiglie con il mito dell perfezione tollerano poco l’errore e la modalità sia comunicativa che relazionale associata alle scelte può venirne influenzata. Esistono anche sistemi che permettono di sbagliare nei quali la semantica che si sviluppa al loro interno verterà su una modalità di sceltta più libera e meno vincolante.
Dunque oltre al processo decisionale anche il ruolo che abbiamo assunto nel sistema di origine può determinarne la facilità o difficoltà nella scelta; ad esempio persone che da sempre,per giochi familiari, si sono sacrificati e hanno portato avanti i desideri del nucleo familiare, saranno più in difficoltà e vivranno con meno libertà le scelte future, soprattutto quelle che si allontanano da tali miti. Invece le scelte che non tengono in considerazioni le relazioni e che vertono sul soddisfacimento personale potrebbero essere indicative di un sistema d’origine centratò sulla propria realizzazione personale al di là di vincoli e bisogni della famiglia. Queste sono solo alcune delle realtà famigliari possibili e c’è una situazione migliore dell’altra, piuttosto entrambe richiamano ad un idea di se legate alle relazioni, al sistema e dunque è importante riflettere su tali relazioni per comprendere tutti quegli aspetti che non rientrano all’interno del processo decisionale ma che vincolano l’individuo in esse. A prescindere dalle possibili posizioni del sistema attorno al significato della scelta e dell’errore è importante ricordare che i sistemi sani includono in essi un livello di flessibilità di ruoli, di appartenenze e di significati, in quanto essendo sistemi in interazioni costante tra le varie componenti devono poter modificarsi al loro interno.
Dott.ssa Lisa Sartori_ Psicologa.