“Ciascuno di noi possiede un linguaggio dell’amore, ovvero una modalità del tutto personale di esprimere i propri sentimenti e le proprie sensibilità. E non è detto che le due componenti della coppia parlino lo stesso linguaggio e intraprendono lo stesso gioco”.
Quando una coppia sceglie di intraprendere un percorso di terapia le emozioni che si susseguono possono essere svariate: collera, frustrazione, rabbia, tristezza, disperazione, speranza, e molte altre.
È importante innanzitutto lasciare spazio a tali emozioni proprio perché spesso chi arriva in sede di terapia, è reduce da periodi di silenzi (impliciti o espliciti), di detti e non detti che possono aumentare delle distanze già presenti nella coppia.
Anche la richiesta espressa verso il terapeuta può essere chiara o confusa “stiamo insieme o ci lasciamo” e dipende dalle premesse dei partner. Non sempre però’ si può lavorare verso lo stesso obiettivo, ci sono coppie che scelgono di stare insieme e si parla di scelta proprio perché non si deve dare per scontato che la coppia non sia una scelta: di stare insieme, di ridefinire ruoli e patti nella coppia, ma anche scelta di non stare più insieme pur con tutte le sofferenze ad esse legate.
È possibile parlare di una buona separazione?
È importante premettere che la soluzione migliore, ma non sempre possibile, in presenza di un figlio sarebbe quella di crescere con un padre e una madre uniti ma gli studi dimostrano come gli effetti di una unione infelice e altamente e costantemente conflittuale possono essere più deleteri sulla prole del divorzio in sé.
Certo è anche importante che ogni coppia faccia il possibile per ripristinare l’equilibrio coniugale, per poter ricostruire un clima favorevole e armonioso per la crescita dei due come coppia e dei figli, ma questo a volte non è possibile, non sempre cioè si riesce ad andare oltre il conflitto e a reinventarsi come coppia rigenerandosi di volta in volta.
La terapia di coppia può e deve poter considerare tutti gli scenari possibili: la separazione e’ uno di questi e può essere una scelta discussa, accettata, condivisa e sofferta; parlarne con un professionista può essere molto importante, diventando un contesto di crescita, discussione, costruzione di una nuova narrazione. Per questo e’ importante lavorare sul contributo reciproco verso la coppia e se pensiamo ad uno zaino che segna l’inizio di un viaggio si chiede “cosa si porta via reciprocamente di buono dalla coppia e dal partner“.
Non bisogna dimenticare che “si può smettere di essere coppia ma non si può smettere di essere genitori” ed è dunque ancora più importante “lasciarsi qualcosa” e riconoscerlo reciprocamente, al fine di salvare i legami familiari.
Cosa fare? In caso di un momento di forte crisi di coppia è importante poter parlarne e affrontare un percorso di coppia che consenta di arrivare ad una scelta consapevole ed esplicita.
Dott.ssa Lisa Sartori, psicologa e psicoterapeuta in formazione sistemico – relazionale.