La più alta espressione dell’empatia è nell’accettare e non giudicare.
(Carl Rogers)
In una società che si configura come individualista parlare di empatia è fondamentale e a mio avviso doveroso. Spesso viene confusa con “il farsi carico delle cose altrui”, ” il soffrire come soffre l’altro” e per questo viene rifiutata o banalizzata. Perché parlare di empatia sia possibile è fondamentale ricordarsi che ciò che sta facendo provando l’altro appartiene a lui, io posso partecipare ma non posso confondermi con lui.
Mi piace pensare all’empatia come alla connessione tra individui, come al motore della relazione. La definizione classica la definisce come il “mettersi nei panni dell’altro“. L’empatia ha un’aspetto relazionale ( consente di migliorare la qualità della relazione con l’altro) e cognitivo (la capacità di cogliere il punto di vista dell’altro, senza giudizio e con curiosità).
Ma come si può sviluppare l’empatia?
Per prima cosa è importante ascoltare e ascoltarsi: non possiamo pensare di connetterci con gli altri se non lo facciamo con noi stessi. Parallelamente è necessario riconoscere le emozioni e osservare gli altri. E cosa si osserva? il comportamento non verbale, la postura, il tono della voce, la gestualità, l’espressione del viso, tutte forme di comunicazione analogica che risulta fondamentale nel processo di decodifica di informazioni. L’empatia non deve essere data per scontata ma è frutto di un processo di conoscenza e messa in discussione: possiamo allenarci anche attraverso la lettura e la visione dei film.
Perché svilupparla?
L’empatia aiuta non solo nella relazione con l’altro ma è fondamentale anche nella comunicazione efficace in quanto consente di fornire un feedback al nostro interlocutore e nel lavoro.
Essendo una delle 10 abilità previste dalle life skills l’empatia può essere acquisita e migliorata con l’esperienza e la messa in discussione, basta essere aperti all’altro e esserne curiosi. Anche nelle relazioni familiari e di coppia l’empatia è il motore, è ciò che fa’ la differenza e consente all’altro di sintonizzarsi su emozioni, bisogni e desideri, favorendo la condivisione e la comprensione, accogliendo punti di vista diversi e senza giudicare.
Dott.ssa Lisa Sartori